Test che migliorano la capacità diagnostica e riducono la prescrizione di antibiotici: l’ambulatorio pediatrico del futuro

L'ambulatorio pediatrico di primo livello potrebbe "fare da filtro riducendo al massimo la prescrizione di antibiotici e gli invii inutili dei pazienti agli specialisti"
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Il pediatra al centro della gestione della salute del bambino. È questo uno degli obiettivi della Guida pratica SIPPS-SICuPP-FIMP presentata da Lamberto Reggiani, pediatra: riuscire a evitare al massimo le resistenze batteriche nei confronti degli antibiotici, un problema che sicuramente sta aumentando e che è correlato a un utilizzo dell’antibiotico a volte non corretto, ha precisato il medico.

I test di valutazione delle urine o i tamponi per la ricerca dello streptococco “sono veloci, semplici da eseguire, poco costosi e si possono inserire perfettamente nell’attività quotidiana del pediatra”, spiega Reggiani. Accanto a questi test poi “dopo adeguati corsi di formazione, si potrebbe inserire anche un’attività diagnostica più avanzata effettuando, ad esempio, elettrocardiogrammi, ecografie o test cutanei allergometrici”. Insomma, l’obiettivo è consentire all’ambulatorio pediatrico di primo livello “di fare da filtro riducendo al massimo la prescrizione di antibiotici e gli invii inutili dei pazienti agli specialisti. L’ambulatorio pediatrico così pensato– garantisce lo specialista- diventerebbe un luogo in cui si chiude il cerchio intorno ai pazienti potendo fare tutto ciò che è necessario, in base alle maggiori e più specifiche competenze del pediatra”.

Un ambulatorio così pensato potrebbe rappresentare anche un risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. “Se si creasse un maggior numero di case della salute, ad esempio, dove più pediatri visitano ed eseguono tutti questi test, si avrebbe un deciso miglioramento della sanità territoriale e si limiterebbe l’accesso alle strutture di secondo livello come i Pronto Soccorso. Fermo restando– precisa Reggiani- che questi test veloci potrebbero essere eseguiti anche negli stessi PS riducendo così il tempo di permanenza di bambini e famiglie”.

Ad oggi, la realtà italiana “è a macchia di leopardo– spiega Reggiani- ci sono territori in cui, grazie anche all’intervento delle Regioni, sono stati favoriti gli accordi per l’esecuzione di questi test negli ambulatori pediatrici e i medici sono stati anche sostenuti economicamente nel fare gli investimenti. Mentre ci sono altre regioni in cui la realtà è diversa”. Il tentativo della Guida “è proprio quello di far capire ai professionisti quale può essere un ambulatorio pediatrico del futuro. Vorremmo che la possibilità di fare i test diventasse diffusa e permettesse così al pediatra di avere un rapporto diverso con le famiglie che spesso, mosse dall’ansia, ricorrono al Pronto Soccorso anche quando sarebbe evitabile”, conclude il medico.

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