A La Palma “la fine dell’emergenza è lontana”: emissioni alle stelle dal vulcano Cumbre Vieja [VIDEO]

Terremoti, deformazioni, crolli, emissioni alle stelle: il vulcano Cumbre Vieja è attivo da 38 giorni e non mostra segni di indebolimento
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Il vulcano Cumbre Vieja sull’isola di La Palma è attivo ininterrottamente da 38 giorni e non mostra segni di indebolimento. “La fine dell’emergenza è lontana,” ha commentato ieri pomeriggio il direttore tecnico del Piano di Emergenza Vulcanologico delle Isole Canarie (Pevolca), Miguel Ángel Morcuende. “Si tratta di un’eruzione di tempo medio-lungo“. Il portavoce ha argomentato l’affermazione con i dati delle emissioni di anidride solforosa, che nelle ultime ore è salita alle stelle e ha registrato valori fino a 40.800 tonnellate al giorno.
Affinché la fine si possa considerare vicina, l’emissione dovrebbe scendere al di sotto delle 100 tonnellate circa al giorno.
Un altro dato che può essere indicativo della forza del vulcano è la deformazione del terreno, che nelle zone prossime al cono è aumentata verticalmente di 10 cm.

Ci sono state ore di tensione nella zona principale dell’eruzione, in particolare a partire da lunedì notte: il cono vulcanico ha subito uno dei suoi più grandi crolli dal 19 settembre. L’evento ha portato al rilascio di una grande quantità di lava, che ha trascinato con sé grandi blocchi, ha spiegato la direttrice del National Geographic Institute, María José Blanco. Questa lava segue il percorso delle prime colate laviche, e ha “riempito le isole“, ha spiegato Morcuende, “che erano rimaste dalle colate laviche precedenti“.

La rottura del cono ha fatto cambiare completamente aspetto al vulcano da un giorno all’altro e ne ha accresciuto il carattere stromboliano (caratterizzato da esplosioni ed emissione di piroclasti). Le esplosioni sono nettamente percepibili in tutta la valle di Aridane, che ospita i comuni di El Paso, Los Llanos de Aridane e Tazacorte.

Al momento il maggior apporto di lava che scaturisce dal sottosuolo ha avuto effetti limitati sulla popolazione. Il sistema satellitare europeo Copernicus stima che l’area distrutta dalla lava del vulcano di La Palma sia di 906,8 ettari, appena mezzo ettaro in più in un intervallo di 20 ore. Rimane invariato il numero degli edifici distrutti, 2.162, e quello dei 124 eventualmente interessati, un numero che non comprende solo le proprietà, ma comprende anche, ad esempio, le piscine. Non cambia la stima dei danni provocati dai diversi deflussi sulle strade dell’isola: 66,2 km sono scomparsi e altri 3,4 km sono stati parzialmente danneggiati.

L’ansia è ormai compagna inseparabile degli abitanti di La Laguna (Los Llanos de Aridane ), nonostante il fatto che la colata che minaccia  il centro della città sia fermo da quasi una settimana e stia anche iniziando a prendere una direzione sud-est, che la porterebbe lontano dalle abitazioni.
Un sospiro di sollievo, almeno per ora, per gli abitanti di El Corazoncillo (un quartiere tra Los Llanos de Aridane ed El Paso), la zona colpita dalle nuove colate: i flussi si sono fermati a 250 metri dalle case.

Dove va allora tutta la lava che sgorga da Cumbre Vieja? Alimenta tutte le bocche attive e va a finire principalmente nel delta di lava che si è creato quando questa è entrata in contatto con il mare, a partire dal 28 settembre.

Per quanto riguarda l’attività sismica, i terremoti avvertiti fanno aumentare la tensione nella popolazione.
Il più forte si è verificato ieri alle 16:25 a Villa de Mazo, con magnitudo 4.8. La scossa è stata avvertita anche in altre isole dell’arcipelago come Tenerife e La Gomera.
Tutto sembra indicare che i terremoti continueranno ad essere parte del processo.

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