Caccia alla meteorite in Toscana: impegnati oltre 50 tra ricercatori e volontari ma ancora nessuna traccia

Al Museo di Scienze Planetarie, sono arrivate tante segnalazioni e foto ma ancora nessuna traccia della meteorite caduta l’1 ottobre in provincia di Pistoia
MeteoWeb

Oltre 50 volontari si sono dati appuntamento, nella zona fra Agliana e Quarrata (Pistoia), per partecipare alle ricerche della meteorite caduta la notte del primo di ottobre e avvistata dalle telecamere della rete di sorveglianza Prisma. Ad accompagnarli, c’era il direttore del Museo di Scienze Planetarie Marco Morelli e Giovanni Pratesi, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, insieme al ricercatore Tiberio Cuppone. Per ora nessuna traccia della meteorite, indicata dagli esperti come una roccia di pochi centimetri di diametro che pesa fra i 30 e i 100 grammi di colore nero intenso. La zona di ricerca è una fascia di circa 10 chilometri in lunghezza e uno in larghezza.

Per ora nessun risultato dalle ricerche ma sabato e domenica prossimi si ricomincia, sempre con l’aiuto dei gruppi astrofili di Montelupo, Prato e San Marcello ed anche con l’apporto dell’associazione nazionale Sos Metal Detector. Il Direttore Luciano Diletti si è offerto stamani di mandare una squadra di volontari della Toscana per cercare di individuare oggetti contenenti metallo. ”Non è detto che la meteorite che cerchiamo sia ferrosa, alcune non contengono affatto metalli – spiegano Morelli e Pratesi – ma come è sempre stato ribadito l’aiuto di tutti è prezioso. I volontari riprenderanno le ricerche battendo palmo a palmo le frazioni La Ferruccia, Sant’Antonio, Vignole, Olmi, Valenzatico, Case Ferretti fino a Lucciano, ma ognuno può controllare intorno casa’‘.

Intanto al Museo di Scienze Planetarie cominciano ad arrivare segnalazioni e foto di ”ritrovamenti”, anche completamente fuori dalla zona di probabile caduta. Qualcuno ha chiamato da Pistoia, qualcuno da Figline di Prato e una telefonata è arrivata addirittura dalla Basilicata. ”Purtroppo nessuno dei campioni è una meteorite – commenta Daniela Faggi, geologa conservatrice del Museo di Scienze Planetarie, che vanta la collezione più importante d’Italia composta da 1.600 pezzi – Per lo più si tratta di frammenti di serpentinite del Monteferrato, una roccia verde molto scuro che può trarre in inganno”.

Chi trovasse o pensasse di avere trovata una meteorite, non deve toccarla a mani nude, ma fotografarla e chiamare il Museo di Scienze Planetarie al numero 335 8486580 o inviare una mail a info@museoscienzeplanetarie.eu oppure a prisma_po@inaf.it.

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