Le forze di sicurezza di La Palma hanno installato un nuovo checkpoint martedì scorso sulla LP-213: pochi metri più avanti inizia la zona proibita, evacuata in previsione dell’avanzata della lava del vulcano Cumbre Vieja, in eruzione dal 19 settembre.
“Era una strada trafficata,” ha raccontato Agustín Álvarez, un imprenditore del posto. “Ora abbiamo tutti paura, tutti sono logorati“.
“Finché non mi cacciano fuori, io e mio marito restiamo qui. Dormiamo perché dobbiamo dormire,” ha dichiarato a El País una residente che vive proprio nell’ultima casa prima della “zona rossa”. “Viviamo nella paura, nell’angoscia. Stamattina ho quasi avuto un attacco quando il postino ha bussato alla porta. Pensavo fosse la Guardia Civil“.
Questa è, in sintesi, la vita di centinaia di persone che, in teoria e per un ristretto margine di metri, possono continuare con la loro vita e il loro lavoro, ma sempre in allerta, finché il vulcano lo consente, vicino al quartiere di La Laguna, nel comune di Los Llanos de Aridane. Recinzioni e agenti in divisa li separano da altri 800 residenti che, da martedì, possono tornare in casa per brevi periodi, accompagnati da un poliziotto, per prelevare beni necessari.
Nella tarda serata di ieri, le autorità hanno ordinato l’evacuazione di alcuni abitanti del comune di Los Llanos de Aridane, in quanto le loro case sono state dichiarate a rischio. Secondo El País, si tratta di una quindicina di persone.
La lava, almeno ieri, ha dato un po’ di tregua a questi residenti. Il portavoce del Comitato direttivo del Piano speciale di protezione civile e assistenza di emergenza per il rischio vulcanico delle Isole Canarie (Pevolca), Miguel Ángel Morcuende, ha dichiarato che il flusso nord-occidentale, che ha portato all’evacuazione di La Laguna, “sta progredendo molto lentamente, sta perdendo potenza“.
La fine dell’eruzione, però, non sembra vicina. Il cono emette circa 17.000 tonnellate di anidride solforosa al giorno, uno dei principali indicatori della sua attività. “Dovrebbero essere meno di 100 al giorno per segnalare l’inizio della fine,” ha spiegato la portavoce del comitato scientifico e direttrice dell’Istituto geografico nazionale (IGN) delle Isole Canarie, María José Blanco.
Inoltre, in una zona del sud-est di La Palma è stato rilevato un aumento dell’attività sismica: l’Istituto Geografico Nazionale ha registrato dalla mezzanotte oltre 60 scosse, tra cui una di magnitudo 4.5, la più forte da quando è iniziato il fenomeno eruttivo. Secondo l’agenzia di stampa Efe, oltre a questa – registrata alle 03:27 ora italiana a 37 km di profondità – sono state avvertite dalla popolazione almeno altre due scosse.
I responsabili del piano d’emergenza per l’eruzione hanno ripetuto più volte finora messaggi volti a tranquillizzare la popolazione, spiegando che lo sciame sismico legato all’attività del vulcano è situato in una zona precisa e limitata e quasi tutte le scosse avvengono in profondità. Si tratta tuttavia di una situazione che genera non poca inquietudine tra gli abitanti.