Il prof. Matteo Bassetti è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino, in onda anche su Rai 2, sempre in diretta dal lunedì al venerdì, tra la mezzanotte e quaranta e le due circa.
Bassetti ha fatto il punto della situazione sulla pandemia: “L’emergenza terribile forse non c’è più. Dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza, vedere come finirà ottobre e come andrà novembre. Se andrà come ci auguriamo tutti potremo dire di essere quasi completamente fuori dalla pandemia per poi uscirne completamente nella prossima primavera. Siamo stati molto bravi come italiani, l’ottantacinque percento delle persone si sono vaccinate, è stata una cosa molto positiva, e oggi obiettivamente siamo di nuovo ad una vita pressoché normale. Oggi si è tornati a fare praticamente tutto come prima, cerchiamo di tornare completamente alla vita di prima, ci vorrà ancora un po’ di pazienza“.
Riguardo l’arrivo del freddo, l’infettivologo ha dichiarato: “Da una parte rende in qualche modo maggiormente suscettibile l’essere umano di essere attaccato dalle infezioni stagionali e poi fa in modo che l’essere umano stia molto di più al chiuso. Al chiuso i rischi sono maggiori. Il fatto di stare di più al chiuso farà da volano per una ripresa di tutte le malattie infettive di stagione e sicuramente ci sarà anche il Covid. Per questo dico che bisognerà vedere cosa accadrà nella seconda parte di ottobre e a novembre. Se passiamo indenni questo periodo potremo veramente dire di essere fuori. E se saremo fuori ci sarà solo una ragione, quella dei vaccini“.
In merito all’importanza della vaccinazione, Bassetti ha ricordato che “l’anno scorso in questo momento avevamo gli ospedali che iniziavano ad essere pieni della seconda ondata. Guardiamo i dati. I vaccini sono stati fondamentali. La violenza nelle piazze? M preoccupa nel momento in cui una minoranza prende tutto. Non è giusto che una minoranza abbia monopolizzato la comunicazione come se l’Italia e gli italiani fossero solo loro. E non è così. Perché l’85 percento degli italiani si è vaccinato. Aver dato tutta questa visibilità a chi è contro fa molto male a chi è a favore“.
Secondo Bassetti, il Green Pass “così come è oggi non ha nessun senso di continuare. L’abbiamo fatto diventare uno strumento non per stimolare la gente a fare i vaccini, ma per portare la gente a fare i tamponi. Io a questo green pass non sono più a favore. Bisogna decidere cosa si deve fare con i luoghi di lavoro. O a lavoro va solamente chi è vaccinato, oppure facciamo il green pass alla francese, dove nei luoghi di aggregazione c’è obbligo di green pass, ma rilasciato unicamente con la vaccinazione o con i tamponi ma solo se non puoi fare la vaccinazione. Non puoi equiparare tampone e vaccinazione. Attenzione, stiamo dando patenti di sicurezza dove non ce ne sono. Il green pass ha senso se deve essere uno strumento per stimolare la vaccinazione. Se deve essere uno strumento per far spendere alla gente duecento euro al mese di tampone, è una stupidaggine. Io così da medico non lo sopporto. Allungare la validità del tampone a 72 ore? Non ha senso. Diciamo allora che l’Italia non è pronta ad avere il green pass sui luoghi di lavoro dal 15 di ottobre, lo rimandiamo a data da destinarsi e lo lasciamo obbligatorio nei luoghi di aggregazione. Ripensando tutta la campagna vaccinale“.
Sulla terza dose, ha proseguito Bassetti, “secondo me c’è stata tanta confusione, tutti hanno parlato, quelli che hanno parlato di meno sono gli esperti. Intanto la terza dose è facoltativa, poi in questa fine 2021 dedichiamoci per la terza dose unicamente a quelli cui sappiamo può servire veramente. I fragili e le persone molto anziane. Poi per tutti gli altri io credo che non si debba parlare di terza dose, ma di richiamo nel 2022 a distanza di un anno dalla prima dose“.
Infine, sull’influenza in arrivo, Bassetti ha spiegato: “L’influenza è potente quando trova degli organismi non pronti a difendersi. Quest’anno sarà più grave perché da due anni non abbiamo modo di entrare in contatto con l’influenza. Su di noi l’influenza fa male perché per due anni i nostri anticorpi non l’hanno vista e non avendola vista non si sono rafforzati. Attenzione, quando arriverà. Bisogna mettere in atto anche qui una importante campagna vaccinale. Il vaccino ci aiuta a difenderci meglio dall’influenza in un caso su due“.