L’isola di La Palma, alle Canarie, continua a fare i conti con l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja, iniziata esattamente un mese fa, il 19 settembre scorso. Diverse colate di lava continuano a farsi strada sull’isola. Nelle ultime ore, una di esse si è mossa verso il centro di una località chiamata La Laguna, già evacuata da giorni, una situazione che mette a rischio case e altri edifici, secondo quanto comunicato dai responsabili del piano d’emergenza messo a punto per questa calamità naturale. “Ma è possibile che cambi direzione. Questo sarebbe lo scenario ideale“, ha affermato in conferenza stampa il direttore tecnico del piano d’emergenza, Miguel Angel Morcuende.
Intanto, un’altra lingua di lava, che sta scorrendo lentamente, si avvicina sempre di più al mare: ora si trova a poche decine di metri dalla costa occidentale dell’isola. Dal contatto tra la lava e l’acqua potrebbe formarsi un altro delta di lava, oltre a quello già osservato a fine settembre. In questo caso, ha aggiunto Morcuende, gli abitanti di alcune piccole località della zona riceveranno l’ordine di rimanere in casa, perché il contatto tra la lava e il mare può provocare emissioni pericolose.
L’eruzione a La Palma, la prima registrata sulla superficie terrestre della Spagna in mezzo secolo, ha inghiottito terreno e case ma rimane una buona notizia in questi 30 giorni: l’assenza di morti. I suoi oltre 80 milioni di metri cubi di lava hanno già spazzato via i progetti di vita di migliaia di persone e lasciato un’ingombrante scia di perdite materiali, ricordi inghiottiti e centinaia di aziende e posti di lavoro sepolti. In 4 settimane e 2 giorni è cambiato per sempre il volto della bellissima isola.
Per ora, nulla suggerisce che l’eruzione stia mostrando segni di indebolimento. Rimangono elevati i valori di emissione di anidride solforosa, così come la sismicità, il che indica che la lava continua a muoversi nel sottosuolo.