Secondo i previsori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) vi è una probabilità del 35% di tempeste geomagnetiche oggi, 11 ottobre, quando è previsto l’impatto di un’espulsione di massa coronale (CME) sul campo magnetico terrestre.
Il livello della tempesta potrebbe raggiungere la categoria G2 (ovvero moderata, in una scala di 5 livelli): oltre a produrre spettacolari aurore visibili anche a latitudini inconsuete, si possono registrare disturbi ai sistemi elettrici e alle comunicazioni radio alle alte latitudini.
Le aurore potrebbero essere visibili negli Stati USA della fascia settentrionale, dal New England a Washington.
Quella in arrivo potrebbe essere la prima CME diretta precisamente verso il nostro pianeta del giovane Ciclo Solare 25.
Sabato 9 ottobre, un brillamento solare di classe M1.6 è stato prodotto dalla macchia solare AR2882, scagliando la CME verso la Terra.
I coronografi del Solar and Heliospheric Observatory della NASA hanno registrato la nube di particelle che si dirige quasi dritta verso di noi:
Questo tipo di evento viene chiamato “alone” o “aureola”, perché le CME che si dirigono direttamente verso la Terra sembrano formare un alone/aureola a 360 gradi attorno al Sole.
Finora quest’anno dozzine di CME hanno mancato la Terra. Molte hanno provocato solo lievi effetti, come disturbi geomagnetici. Questa volta, però, la nube è diretta verso di noi.
Un colpo diretto da questa nube oggi potrebbe causare una tempesta geomagnetica. I livelli probabilmente raggiungeranno solo la classe G1 o G2 su una scala che arriva fino a G5. Insomma, i satelliti e le reti elettriche non subiranno danni, e le aurore danzeranno innocue nei cieli ad alta latitudine.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
La tempesta attesa non sarà l’ultima che vedremo. Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.