Un nuovo evento parossistico si sta verificando sull’Etna: una fontana di lava, accompagnata da violenti boati ed emissione di cenere vulcanica è stata registrata al cratere di Sud-Est. Il fenomeno non è ben visibile a distanza per via di una copertura nuvolosa che consente una visualizzazione discontinua e parziale dell’area sommitale del vulcano. L’attività è rilevata strumentalmente dagli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo di Catania grazie a rilevatori presenti al suolo e alle telecamere termiche. L’attuale fase eruttiva dell’Etna non impatta sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania, che resta dunque in funzione a pieni regimi.
Nel corso della notte l’attività vulcanica è andata in crescendo, come comunicato questa mattina in una nota dell’Osservatorio Etneo.
La nube di cenere che si è formata dopo l’eruzione è altissima e sta ricadendo sui comuni etnei. La nube è arrivata anche in Calabria, in particolare nella zona Sud di Reggio Calabria e fino alla costa Jonica. La fuoriuscita di materiale piroclastico che si è staccata dalla parete orientale del cratere di sud est si sta dirigendo verso la Valle del Bove. Sono udibili forti boati da diversi centri etnei.
Coldiretti: “Torna l’incubo, dopo 8 mesi di cenere sulle campagne”
Torna l’incubo Etna nelle campagne siciliane con la ripresa delle attività che fa salire a otto mesi il “conto” delle emissioni di cenere che sino ad oggi hanno causato danni alle coltivazioni ai quali si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo, o alle pulizia delle strade rurali. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla ripresa dell’attività stromboliana dal cratere di Sud-Est. Un’ulteriore dimostrazione che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e che quindi bisogna avviare un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. Si tratta di una emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili.