Dalla fantascienza ecologica del film “Waterworld” al reale scioglimento dei ghiacci

Sebbene la fantascienza ecologica del film "Waterworld" presenti uno scenario apocalittico è bene soffermarsi sulla questione dello scioglimento dei ghiacci, che nelle Alpi nostrane sta già comportando perdite irreversibili
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Il film “Waterworld” del 1995 diretto da Kevin Reynolds e interpretato da Kevin Costner, è passato alla storia come uno dei peggiori film ad altissimo budget mai realizzati. Ma la fantascienza ecologica della storia ambientata in un futuro post-apocalittico dove il mondo è stato sommerso dalle acque, ci offre l’occasione di affrontare la questione ambientale dello scioglimento dei ghiacci. Le domande alle quali provare a rispondere sono: se la fusione dei ghiacciai può davvero portare a una catastrofe globale? A cosa è dovuto il fenomeno e cosa sta comportando? Cosa sta accadento ai ghiacciai delle nostre Alpi?

La trama di Waterworld

waterworld filmSiamo nel 2468 e il pianeta appare completamente stravolto perché a causa dello scioglimento dei ghiacciai, determinato dall’aumento delle temperature, l’innalzamento dei mari è giunto a livelli catastrofici sino a sommergere completamente tutte le terre emerse.
Da questo disastro globale superstiti sono pochi gruppi di esseri umani costretti su città galleggianti. In questo futuro distopico si muove un mutante senza nome, sebbene il suo aspetto si presenti umano, l’evoluzione forzata ha fatto si che sviluppasse branchie e piedi palmati.

Il protagonista fa commercio di terra e altri elementi essenziali alla vita umana e orami non più reperibili. In una delle città-atollo in cui si ferma incontra Helen ed Enola, quest’ultima una bambina con uno strano tatuaggio sulla schiena che potrebbe essere una mappa della leggendaria terra rimasta emersa chiamata Dryland.

Nell’insediamento gli abitanti lo imprigionano dopo aver scoperto che si tratta di un mutante, ma un attimo prima che venga giustiziato un gruppo di pirati guidati dal Diacono assale la città in cerca della piccola Enola. Helen libera il mutante a condizione che porti via sia lei che la bambina e da quel momento si mettono in viaggio proprio alla ricerca di Dryland.
Dopo i primi momenti di reciproca diffidenza il gruppo comincia a stringere amicizia e il mutante scopre che la bambina non era vista di buon occhio dalla comunità perché non era in grado di nuotare e per il suo carattere tanto particolare.

Il protagonista grazie a una campana d’aria porta Helen nelle profondità marine per mostrarle le città sommerse e farle capire che non esistono più terre emerse.
I pirati rintracciano la barca dei tre e rapiscono Enola, ma il mutante decide di salvarla. Si reca sulla nave petroliera del Diacono e dopo uno scontro la fa esplodere. Grazie alla mongolfiera di un amico di Helen ed Enola, il gruppo riesce a mettersi in salvo, nonostante un nuovo attacco del Diacono salvatosi dall’esplosione e destinato a morire in questo nuovo scontro.

I protagonisti si mettono nuovamente in viaggio e dopo essere riusciti a decifrare le coordinate indicate dal tatuaggio di Enola, raggiungono realmente l’ultima terra emersa. Qui trovano in una capanna due scheletri umani e capiscono che si trattava dei genitori della bambina.

Il protagonista comprende che la terraferma non è il suo posto e decide di ripartire in cerca di un nuovo posto in questo strano mondo acquatico, salutando Helen ed Enola che hanno invece trovato un nuovo promettente futuro.

Cos’è lo scioglimento dei ghiacci

scioglimento ghiacciaiPer l’esattezza si dovrebbe utilizzare il termine scientifico corretto, cioè fusione dei ghiacciai.
Si tratta di un fenomeno legato al cambiamento climatico e in particolare al progressivo aumento delle temperature.
Secondo molti studi, questo cambiamento sarebbe, insieme ad altri motivi fisiologici, legato anche alle attività umane sul pianeta, in particolare alle conseguenze di un’industrializzazione selvaggia.

Le emissioni di CO2 e altri gas effetto serra nell’atmosfera sono uno dei fattori; un altro è l’utilizzo dei combustibili fossili, che genera acidi solforici, carbonici e nitri che si riversano sulla terra in modalità di pioggia acida, alterando l’equilibrio ambientale; e infine, uno dei fattori determinanti rispetto al cambiamento climatico è la deforestazione intensiva, con l’abbattimento di un’enorme mole di alberi per fini commerciali, per ottenere nuovi terreni coltivabili o da dedicare all’espansione urbana. Riducendo la superfice boschiva si è così giunti alla riduzione della capacità da parte dei vegetali di assorbire l’anidride carbonica presente nell’atmosfera.

L’innalzamento del livello dei mari

Una delle conseguenze immediate e dirette dello scioglimento dei ghiacciai è l’aumento del livello oceanico. Attualmente le stime parlando di un innalzamento globale di tutti i mari del mondo pari a 35 millimetri.
Oltre alla riduzione della biodiversità che comporta il cambiamento dell’habitat di molte specie marine e terrestri interessate dal fenomeno, si deve considerare che questo aumento del volume delle acque degli oceani si ripercuote anche sulla popolazione umana: si stima che a ciascun centimetro di innalzamento dei mari corrisponda a un milione di persone che si trova costretto a dover abbandonare le città costiere.

Nell’ultimo ventennio lo scioglimento dei ghiacciati ha comportato una perdita di 267 gigatonnellate (cioè miliardi di tonnellate) di ghiaccio ogni anno.
L’incremento maggiore si è verificato tra il 2000 e il 2019, stando ai dati attuali e alle accurate misurazioni ad altissima precisione compiute su 217.000 ghiacciai in tutto il pianeta (praticamente tutti quelli esistenti).

I dati indicano che i ghiacciai stanno perdendo più acqua più rispetto alle grandi calotte polari, anche se anche queste stanno accelerando e la Groenlandia, ad esempio, ha aumentato la perdita di ghiaccio di oltre il 160%, mentre l’Antartide ha superato il 400%.

La mappatura in HD è stata pubblicata sulla rivista Nature da un team internazionale, posto sotto la guida dell’Università di Tolosa, e consentirà di migliorare i modelli sul cambiamento climatico che sono necessari non solo per prevedere gli scenari futuri, ma anche per studiare nuove strategie per mitigare l’innalzamento delle acque oceaniche e per sfruttare diversamente le risorse idriche.

Lo scioglimento dei ghiacciai alpini

Il Ghiacciaio dei Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio

Le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi non sono confortanti perché, anche sforzandoci per limitare l’innalzamento delle temperature, questo non sarebbe sufficiente per ripristinare le condizioni dei ghiacciai a prima che si verificasse lo scioglimento.

I ghiacciai sono essenziali per il ciclo globale dell’acqua e modificandosi in modo eccessivamente rapido non consentono agli ecosistemi a valle di avere il tempo di adattarsi e quindi ne comportano l’alterazione o possono portare persino al collasso degli stessi.

Gli spessi ghiacciai della Alpi sono quelli che si stanno sciogliendo con maggiore velocità in tutto il mondo e in base ai possibili scenari climatici ne potrebbe sparire l’80 o il 90% entro il 2050.

Per quanto riguarda i ghiacciai alpini dell’Italia l’ultimo report è quello di Legambiente “Carovana dei ghiacciai” del 2020 che riporta come sarebbero almeno 7 i ghiacciai del nostro paese in forte pericolo.
Negli ultimi 150 anni i nostri ghiacciai si sono ridotti del 60% con punte di restrizione della superficie occupata che arrivano a oltre l’80% nelle Alpi Giulie e addirittura del 97% nelle Alpi Marittime.
Il grande ghiacciaio dei Forni nelle Alpi Centrali presenta un fronte appiattito e coperto di detriti, si notano crepacci, fenomeni di collasso e cavità nel ghiaccio.

A peggiorare lo stato di salute dei nostri ghiacciai poi c’è il fenomeno del black carbon: che comporta il deposito di polveri sottili sul ghiaccio attraverso le polveri sottili, situazione che comporta un’accelerazione della fusione.
A provocarlo sono le polveri che derivano dall’inquinamento atmosferico provocato da incendi e inquinanti e che denunciano l’impatto antropico disastroso delle azioni dell’uomo.

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