Attualmente i positivi al Covid in Italia sono 84.808. 494 Nelle ultime 24 ore, dunque, vi è stato un calo di 494 unità nel totale dei positivi, secondo i dati del ministero della Salute. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.700.316 e i morti 131.301. Sono 364 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, 3 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.651, rispetto a ieri 41 in meno.
“Siamo all’85% che ha ricevuto almeno una dose e l’80% che ha ricevuto due dosi e questo è un risultato formidabile che credo debba essere riconosciuto a tutte le istituzioni sanitarie del Paese, alle attività del commissario per l’emergenza un risultato che ci ha permesso di ridurre la circolazione virale e di ridurre il numero di morti“. E’ quanto dichiarato a Mezz’ora in più, il programma di Lucia Annunziata su Rai3 dal presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli. “Siamo chiaramente in una situazione largamente favorevole. Abbiamo una curva epidemiologica probabilmente migliore di tutta Europa però sottolineiamo in maniera molto chiara che abbiamo raggiunto questi risultati attraverso la campagna vaccinale e attraverso comportamenti responsabili“.
“Non solo la situazione epidemiologica è favorevole ma continua a migliorare e la riapertura delle attività lavorative, così come delle scuole, al momento non ha impattato negativamente”, aggiunge Locatelli che ha anche condannato le violenze di ieri. “Un conto è il diritto a manifestare il dissenso e questo va assolutamente tutelato, altro invece è un attacco a un’organizzazione sindacale che vuol dire attacco alla democrazia di questo Paese, e questo va stigmatizzato“. E in merito all’attacco al pronto soccorso: “C’erano professionisti che provano ogni minuto di ogni giorno a offrire aiuto e assistenza – dice – è chiaro che c’è un malessere sociale e economico frutto di questi mesi di pandemia. Va coltivato un dialogo per rassicurare chi non si vaccina perché ha paura“. Ci sono persone “pregiudizialmente oppositive a qualsiasi cultura vaccinale e non è una novità tant’è che in passato si è dovuto reintrodurre l’obbligo delle vaccinazioni nell’età infantile esattamente per questa mancanza di cultura delle vaccinazioni che permeano il Paese – ha proseguito Locatelli – ma poi ci sono anche le persone spaventate, incerte, che in qualche modo aspettano che si vaccinino prima gli altri. Qui va attivato il dialogo. Ognuno di noi, qualsiasi persona, ma soprattutto il personale sanitario, ha il dovere civile e morale di fare informazione cultura e rassicurazione fornendo tutte le risposte e non sottraendosi certamente al confronto“, conclude il presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css) e coordinatore del Cts.