Il calo della protezione dei vaccini contro il Covid-19 rappresenta una preoccupazione e nel mondo, aumentano gli studi condotti su questo tema. Uno studio condotto su 4.868 persone in Israele ha rilevato un “notevole calo della risposta umorale”, cioè caratterizzata dalla produzione di anticorpi, “6 mesi dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer. Abbiamo osservato una riduzione continua nei titoli IgG contro la proteina Spike ad un tasso stabile entro i 6 mesi. La riduzione era veloce inizialmente, nel periodo fino a 70-80 giorni, ma è rallentata in seguito”, si legge nello studio. “6 mesi dopo la seconda dose del vaccino, la risposta umorale era notevolmente ridotta, soprattutto tra gli uomini, tra le persone di 65 anni o più e tra le persone con immunosoppressione”.
“Diversi studi sulla durata della risposta umorale nelle persone che erano guarite dall’infezione da SARS-CoV-2 hanno mostrato che sia i livelli di IgG che di anticorpi neutralizzanti diminuivano solo in maniera modesta 8-10 mesi dopo l’infezione. Questa evidente differenza nella cinetica degli anticorpi tra persone convalescenti e persone vaccinate potrebbe essere il motivo dell’incidenza molto più bassa delle infezioni breakthrough tra le persone precedentemente infettate rispetto alle persone vaccinate. In generale, le prove del nostro e di altri studi dimostrano che la risposta umorale e l’efficacia dei vaccini nelle persone precedentemente infettate era superiore a quella delle persone che avevano ricevuto due dosi di vaccino”, conclude lo studio.
Un altro studio di questo tipo è stato condotto in Qatar, dove sono dominanti le varianti Delta e Beta, ed è giunto a conclusioni simili: “la protezione indotta dal vaccino Pfizer contro l’infezione da SARS-CoV-2 sembrava calare rapidamente a seguito del picco dopo la seconda dose, ma la protezione contro il ricovero e la morte persisteva ad un livello robusto per 6 mesi dopo la seconda dose”. Secondo gli autori dello studio, “l’efficacia stimata del vaccino Pfizer contro l’infezione da SARS-CoV-2 era irrilevante nelle prime due settimane dopo la prima dose. È aumentata al 36,8% nella terza settimana dopo la prima dose e ha raggiunto il picco al 77,5% nel primo mese dopo la seconda dose. L’efficacia è calata gradualmente in seguito, con il calo che ha accelerato dopo il 4° mese per raggiungere il 20% 5-7 mesi circa dopo la seconda dose. L’efficacia contro l’infezione sintomatica era più alta rispetto all’efficacia contro l’infezione asintomatica ma si riduceva in maniera simile. L’efficacia specifica per le varianti calava secondo lo stesso modello. L’efficacia contro i casi gravi, critici o fatali di Covid-19 è aumentata rapidamente al 66,1% entro la terza settimana dalla prima dose e ha raggiunto il 96% o oltre nei primi due mesi dopo la seconda dose; l’efficacia persisteva più o meno a questo livello per 6 mesi”.
In conclusione, gli autori di questo studio hanno trovato che “la protezione indotta dal vaccino Pfizer contro l’infezione ha raggiunto il picco nel primo mese dopo la seconda dose ed è poi calata gradualmente mese per mese, prima di raggiungere livelli bassi 5-7 mesi dopo la seconda dose. Nel frattempo, la protezione indotta dal vaccino Pfizer contro il ricovero e il decesso persisteva senza quasi alcun calo per 6 mesi dopo la seconda dose. Questi risultati suggeriscono che una gran parte della popolazione vaccinata potrebbe perdere la sua protezione contro l’infezione nei prossimi mesi, forse aumentando il potenziale per nuove ondate epidemiche”.