Maltempo, il meteorologo Cacciamani sul ciclone al Sud: “non è un uragano ma la quantità d’acqua è la stessa”

L’ondata di maltempo estremo che in Sicilia ha fatto due morti e un disperso e’ “ancora una situazione ciclonica delle medie latitudini che prende energia dal fatto che il Mediterraneo e’ ancora molto caldo. Se possa diventare nei prossimi giorni una situazione da uragano, e’ ancora presto per dirlo. Al momento non sembra sia cosi’. Ma la quantita’ di acqua e’ la stessa“. Lo spiega all’AGI il meteorologo Carlo Cacciamani, che il 16 settembre scorso e’ stato nominato dal Consiglio dei Ministri alla guida di ItaliaMeteo, l’Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia, parlando anche delle previsioni sull’evoluzione del Ciclone Mediterraneo in corso in un Medicane, ossia un Uragano Mediterraneo.

“Non e’ che poi via sia una gran differenza. Questa e’ una struttura ciclonica piu’ grande e gli uragani sono piu’ piccoli, ma dal punto di vista dei quantitativi questa ne sta scaricando tantissima. Adesso e’ molto attivo, e ce ne sara’ ancora per un po’. L’uragano – sottolinea all’AGI Cacciamani – e’ una struttura che ha una dimensione di qualche centinaio di chilometri, mentre un ciclone arriva a un migliaio e oltre piu’, e ha una struttura tipicamente tropicale che adesso sta cominciando a interessare il nostro Mediterraneo: al centro e’ cado e da li’ si innescano i moti verticali che innescano le precipitazioni. I cicloni, dal canto loro, hanno una struttura piu’ grande, che sta sulle medie latitudini e sono piu’ tipici delle nostre aree. Dal punto di vista del ‘tempo che fa’, l’uragano e’ piu’ stretto e ha velocita’ tangenziali dei venti molto elevate; qui, invece, siamo con venti piu’ bassi, ma sta scaricando quantitativi di acqua da uragano. Non e’ un uragano, ma cambia poco”.

L’Italia ha un sistema di allerta meteo della Protezione Civile che “ha funzionato“, ma al Paese serve un punto di riferimento di previsione meteorologica nazionale per la programmazione nei diversi settori dell’economia. “Meno male che c’e’ il sistema di allerta meteo della Protezione civile. Questi quantitativi di pioggia si fa fatica a gestirli e noi che lavoriamo nel settore avvertiamo da tempo di fenomeni molto intensi e brevi che scaricano quantitativi di pioggia il doppio o il triplo di quel che succede in un anno: in Sicilia ne sono precipitati 400-450 millimetri in quattro giorni, quando in tutto l’anno ne arrivavano in media 250″, aggiunge Cacciamani.

L’agenzia ItaliaMeteo sta per darsi una struttura, a poche settimane dalla nomina del suo vertice: “me la devo costruire e prevede quattro dirigenti, 48 dipendenti, 30 consulenti, il tutto a supporto degli stakeholder su tutto il territorio: non solo la Protezione Civile, ma anche trasporti, turismo, agricoltura, tutti coloro che operano sulle diverse filiere e che sono interessati dalle vicissitudini del tempo. La struttura dovra’ operare con tutti gli enti meteo che sono stati definiti, a diverso titolo, sul territorio. Diversamente dagli altri paesi, l’Italia aveva una struttura nazionale a livello meteorologico solo militare. Adesso il gap e’ colmato, con una struttura civile, piccola ma con il compito di coordinare quello che gia’ esiste nel territorio. Se gli altri Paesi si presentano cosi’ sul palcoscenico europeo, l’Italia appariva frammentata: da adesso non sara’ piu’ cosi'”, conclude Cacciamani.