Come previsto, un’espulsione di massa coronale (CME) ha colpito il campo magnetico terrestre oggi, 12 ottobre, alle 02:30 circa UTC (04:30 ora italiana).
L’impatto può innescare tempeste geomagnetiche di classe G2 (ovvero moderata, in una scala di 5 livelli) nelle prossime ore, secondo le previsioni della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA): oltre a produrre spettacolari aurore visibili anche a latitudini inconsuete, si possono registrare disturbi ai sistemi elettrici e alle comunicazioni radio alle alte latitudini. Aurore possono essere ammirate a occhio nudo negli Stati Uniti settentrionali come Minnesota, Dakota e Washington.
Ecco cosa si poteva ammirare in Islanda nelle scorse ore dopo l’impatto della CME:
“Mi sono divertita moltissimo a guardare l’aurora boreale più rosa che abbia visto in diversi anni mentre danzava nel cielo sopra Fáskrúðsfjörður,” ha dichiarato la fotografa Jónína Óskarsdóttir.
La maggior parte delle aurore sono verdi, il colore che assumono gli atomi di ossigeno colpiti da particelle energetiche provenienti dallo Spazio tra 100 km e 300 km sopra la superficie terrestre. Il rosa appare quando le particelle energetiche scendono più in basso del solito, colpendo le molecole di azoto al livello di 100 km e al di sotto.
In sostanza, a creare il rosa, è stata una raffica di vento solare addentratasi maggiormente, guidata dall’impatto della CME.
La CME e il brillamento del 9 ottobre
Sabato 9 ottobre, un brillamento solare di classe M1.6 è stato prodotto dalla macchia solare AR2882, scagliando la CME verso la Terra.
I coronografi del Solar and Heliospheric Observatory della NASA hanno registrato la nube di particelle diretta verso di noi:
Questo tipo di evento viene chiamato “alone” o “aureola”, perché queste CME sembrano formare un alone/aureola a 360 gradi attorno al Sole. Finora quest’anno dozzine di CME hanno mancato la Terra. Molte hanno provocato solo lievi effetti, come disturbi geomagnetici. Questa volta, però, la nube era proprio diretta verso di noi.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
La tempesta attesa non sarà l’ultima che vedremo. Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.