“Se potete visitate oggi quei luoghi della Terra che sappiamo già domani non ci saranno più“: l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Luca Parmitano ha mostrato gli effetti dell’azione dell’uomo sul pianeta Terra visti dallo Spazio, nel corso del live event a Milano “Il pianeta che cambia – uno sguardo dall’alto“, organizzato da ESA e ASI con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano in vista della prossima Cop26, la Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. “Non è una minaccia, è semplicemente un dato di fatto,” ha affermato Parmitano mostrando una foto scattata dalla ISS di “un atollo della barriera corallina” che ormai “non è più molto al di sopra della superficie del mare“.
L’astronauta ha spiegato che “l’innalzamento dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacci, dei 35mila ghiacciai che seguiamo, farà scomparire interi atolli“: lo stato delle “Maldive lo conoscete tutti, sappiamo che basta uno tsunami per creare danni dalle conseguenze estreme, le Maldive scompariranno, sono appena a due metri dal livello del mare e un innalzamento di un metro e mezzo del mare le farà scomparire, sicuramente scompariranno“.
Parmitano ha mostrato anche foto di incendi visti dallo Spazio, “sicuramente provocati dall’uomo” evidenziando che “le conseguenze di un incendio sono altissime“. “Quando disboschiamo una foresta, inizia un processo di desertificazione che porta anche a tempeste di sabbia le cui conseguenze arriveranno in tutto il mondo: quindi sono conseguenze a livello globale“.
“Il futuro della Terra dipende da voi, è nelle vostre mani” perché ormai “per me è già tardi,” ha dichiarato Parmitano, rivolgendosi alla platea di giovani
Secondo l’astronauta la Terra appare “sempre più fragile” sotto la minaccia dei cambiamenti climatici in atto. “Di fronte alla costa del Messico ci sono interi territori che stanno scomparendo, abbiamo studiato al largo della Florida come il corallo sta retrocedendo a causa del surriscaldamento del mare, gli effetti si moltiplicano e davvero sembra la ‘storia dell’orrore’.”