Il Sole ha prodotto una nuova espulsione di massa coronale (CME), ma stavolta la nube di particelle potrebbe mancarci del tutto: un filamento magnetico collegato alla macchia solare AR2882 è esploso il 12 ottobre alle 4 ora italiana. La nube dovrebbero passare davanti alla Terra il 15 ottobre: la vicinanza, anche senza impatto, potrebbe innescare aurore artiche, ma probabilmente nessuna tempesta geomagnetica.
Ieri, dopo l’impatto diretto di una CME sono state avvistate aurore in più di una dozzina di Stati USA. L’improvviso aumento della velocità del vento solare è stato netto:
Il grafico mostra i dati della missione DSCOVR della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Quando è passata la CME, il vento solare è aumentato di 120 km/s. Allo stesso tempo, la densità del plasma è triplicata e la temperatura è aumentata di quasi 10 volte. Sono i classici segni di un colpo diretto da parte di una CME.
Spettacolo di luci visibile a sud fino a New York
La tempesta classe G2 che ha colpito la Terra ieri ha portato con sé uno spettacolo di luci visibile a sud fino a New York.
Tempeste solari di questa portata possono influenzare i satelliti in orbita attorno alla Terra, causare interruzioni nelle reti elettriche e altro ancora, ma possono anche scatenare magnifiche aurore, uno spettacolo di luce naturale che si osserva in genere solo nelle regioni ad alta latitudine vicino ai poli nord o sud. Questa tempesta è stata così potente da essere visibile fino a sud di New York e fino al Wisconsin e allo stato di Washington, ha riferito la NOAA.
Nel South Dakota, il fotografo Randy Halverson è riuscito a catturare uno scatto davvero mozzafiato.
Aurora from central SD last night. pic.twitter.com/oLjeANCTkr
— Randy Halverson ☄ (@dakotalapse) October 12, 2021
La CME del 12 ottobre originata dal brillamento del 9 ottobre
Sabato 9 ottobre, un brillamento solare di classe M1.6 è stato prodotto dalla macchia solare AR2882, scagliando la CME che ha raggiunto la Terra il 12 ottobre.
I coronografi del Solar and Heliospheric Observatory della NASA hanno registrato la nube di particelle diretta verso di noi:
Questo tipo di evento viene chiamato “alone” o “aureola”, perché queste CME sembrano formare un alone/aureola a 360 gradi attorno al Sole. Finora quest’anno dozzine di CME hanno mancato la Terra. Molte hanno provocato solo lievi effetti, come disturbi geomagnetici. Questa volta, però, la nube era proprio diretta verso di noi.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
La tempesta delle scorse ore non sarà l’ultima che vedremo. Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Che cos’è un filamento
I filamenti sono lunghe strutture sottili che si estendono sulla superficie della stella, regioni di gas molto densi e “freddi” che si formano a causa degli intensi campi magnetici solari e appaiono scure proprio perché sono più fredde delle regioni circostanti.
Queste particolari strutture molto allungate occasionalmente possono provocare anche eruzioni di materiale solare nello Spazio.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.