Dopo essere nato 1800 anni prima di Cristo come Canale dei Faraoni, essere passato in mani romane e poi chiuso dagli arabi, il progetto del Canale di Suez riemerse nel periodo napoleonico e fu realizzato grazie a una visione dell’ingegnere italiano Luigi Negrelli.
Dopo 10 anni di cantiere in cui furono numerosissime le vite perse, il sogno di collegare l’Asia e l’Europa si concretizzava con l’inaugurazione del Canale di Suez del 17 novembre 1869 e ancora oggi rimane una delle rotte più importanti per il commercio mondiale con il 12% delle merci di tutto il pianeta transitano da qui.
La storia del canale di Suez
Si trattava di un canale molto diverso da quello attuale poiché si estendeva da est a ovest e collegava al Mar Rosso un ramo della foce del Nilo. Nel corso del tempo subì diverse espansioni e i cambiamenti realizzati in epoca romana gli fecero assumere in nome di Canale di Traiano.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, i governanti d’Egitto si servirono del canale a fasi alterne finché il califfo che dominava nel 676 d.C. lo chiuse in via definitiva per ragioni di natura militare.
I resti del Canale dei Faraoni furono riportati alla luce dalle spedizioni napoleoniche d’Egitto e fu proprio Napoleone Bonaparte a nutrire il sogno dell’apertura di un nuovo varco che aprisse una porta verso il Mar Rosso e consentisse di dominare i commerci che al tempo erano costretti a circumnavigare l’Africa e affrontare il Capo di Buona Speranza per collegare l’Europa all’Asia.
Sebbene le ambizioni e gli obiettivi di Napoleone fossero chiare, le erronee tecniche di rilevazione fecero si che gli scienziati si convincessero che esisteva un dislivello di quasi 9 metri tra i due mari e che quindi fossero necessarie una serie di chiuse per realizzare il collegamento. Un complesso troppo dispendioso che fece naufragare il progetto.
La realizzazione del Canale di Suez dal progetto di Luigi Negrelli
Fondata la Compagnia del Canale di Suez che avrebbe conservato la gestione dell’oper per 99 anni, Lesseps ne vendette il 49% delle quote per finanziare il progetto, conservando in mano francese la quota di maggioranza.
La costruzione, cominciata nel 1859, continuò per 10 anni e si avvalse del progetto dell’ingegnere trentino Luigi Negrelli.
Negrelli si era distinto per opere numerose e importanti come la canalizzazione del Reno, la ferrovia Zurigo-Basilea, quella tra Vienna e la Boemia, quella tra Milano e Venezia e molti altri.
Proprio durante la sua permanenza in Svizzera, l’ingegnere si iniziò a interessare al taglio dell’istmo di Suez e dedicò a questo progetto di enorme portata gran parte della sua vita. Quando nel 1856 partecipò alla riunione della Commissione internazionale per la costruzione del Canale di Suez, il suo progetto superò gli altri e venne scelto come quello che avrebbe visto la luce.
Nonostante fossero stati condotti studi sulla livellazione delle coste dell’istmo, sondaggi del fondo marino e approfondimenti sulla progettazione del porto e del molo che assicurassero un ingresso sicuro per le imbarcazioni in ogni stagione, furono numerose le obiezioni rivolte al progetto, per lo più di natura politico-finanziaria.
I ritardi non consentirono a Negrelli di assistere all’inizio della sua opera più importante e a lungo fu anche sottovalutato il suo contributo alla realizzazione del canale.
L’inaugurazione del Canale di Suez del 17 novembre 1869
Finalmente, tuttavia, si giunse al 17 novembre 1869 quando fu inaugurato il Canale di Suez in un grande evento a cui prese parte una larga rappresentanza dell’aristocrazia europea compreso l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe.
La sfarzosa cerimonia inaugurale vide una lunga fila di navi passare nel canale con in testa il panfilo francese Aigle, a bordo di cui si trovava l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone terzo ed ultima imperatrice di Francia.
Al momento della sua apertura il canale era un’opera imponente ma relativamente semplice che consentiva il passaggio di una nave per volta, tuttavia, per garantire una maggiore rapidità, lungo il tragitto erano presenti degli slarghi come il Grande lago amaro, un lago naturale che consentiva di connettere due parti del canale e nel quale le navi potevano sostare.
Il tempo necessario all’attraversamento era di circa 40 ore, ridotte già a 13 alla fine degli anni ’30 del secolo successivo, mentre dal 1947 fu organizzato un sistema di carovane in cui le navi partivano in grandi gruppi posti in fila, sistema che rimase in uso fino al 2015.
L’apertura del Canale di Suez portò a una rivoluzione del commercio mondiale rendendo obsoleta la rotta del Capo di Buona Speranza e nel 1888 la Convenzione di Costantinopoli dichiarò il canale un territorio neutrale.
Nel corso del Novecento il canale divenne essenziale per il rifornimento energetico dell’Europa, i cui paesi si riforniscono tutt’ora di greggio dagli Stati del Golfo Persico, mentre durante le due guerre mondiali divenne un obiettivo strategico da difendere con tutti i mezzi necessari.
Il Canale di Suez oggi
Ancora oggi il Canale di Suez garantisce circa il 7% del traffico mercantile di tutto il mondo e nelle sue acque passano il 12% di tutte le merci del pianeta.
Si configura come una delle rotte più importanti per il commercio petrolifero e il suo valore strategico lo rende prezioso anche dal punto di vista militare.
Se nel primo anno i transiti furono circa di uno e mezzo al giorno, la crescita costante ha portato a superare i 20.000 transiti annui già negli anni ’60 del Novecento, mentre attualmente il tonnellaggio è triplicato con le enormi navi portacontainer e le petroliere.
Dal 2015 la sua larghezza è stata raddoppiata in alcuni tratti e attualmente misura 193 chilometri di lunghezza, per 225 metri di larghezza massima e 24 metri di profondità e vi passano circa 78 navi ogni giorno.
Costituisce per l’Egitto un’enorme fonte di reddito poiché il transito di ogni nave ha un prezzo che varia dai 100.000 ai 500.000 dollari; nonostante questo enorme costo risulta comunque conveniente per le compagnie di navigazioni utilizzare il Canale di Suez per l’abbattimento dei tempi di viaggio e del consumo di carburante.
A distanza di circa un secolo e mezzo da quel 17 novembre 1869, dunque, il Canale di Suez rimane una delle fondamentali arterie marittime e uno dei 4 “checkpoints” di maggiore importanza globale, poiché punto obbligatorio di passaggio di merci e risorse energetiche.