Agli Stati Generali dell’Ingegneria, in programma a Milano, si e’ affrontato il tema dei cambiamenti climatici e dell’ambiente urbano. La resilienza urbana e’ strettamente connessa al clima della citta’ e alla sua variabilita’ ed implica una capacita’ di adattamento. Il clima dell’area metropolitana milanese rispecchia e interagisce con la complessita’ del tessuto urbano e con i consumi energetici che la caratterizzano e che cambiano sempre piu’ rapidamente. Ed e’ proprio dall’ingegneria che puo’ arrivare un fondamentale contributo per trasformare le citta’.
“Se la temperatura globale a fine secolo aumentera’ di 2°C rispetto al periodo 1986-2005, a Milano le massime estive da qui al 2040 saliranno in media di 1,1°C e le precipitazioni subiranno un incremento del 5%“, ha precisato durante i lavori Cristina Lavecchia, direttore Fondazione Osservatorio Metereologico Milano Duomo, secondo una stima ricavata dal sito interattivo della IPCC (l’organismo intergovernativo sul cambiamento climatico).
E’ dal 1980 che il clima anche a Milano sta cambiando: caratterizzato da una forte stazionarieta’ nei primi 80 anni del ‘900, negli ultimi decenni ha visto un costante aumento delle temperature sia massime sia minime e dell’intensita’ delle precipitazioni. Se tra il 1961 e il 1990, la media in centro a Milano era di +13,6°C, tra il 1975 e il 2004 e’ passata a +14°C e tra 1998 e il 2018 e’ salita a +14,8°C. Ancor piu’ marcato l’aumento d’estate: guardando solo alle medie massime, si e’ passati dai +33,1°C del trentennio 1961-1990 ai +34,7°C di quello 1981-2010.
Per quando riguarda le precipitazioni, se la quantita’ di pioggia annua resta la stessa, l’intensita’ pero’ e’ aumentata con un tasso medio annuo del 14% e sono diminuiti i giorni di pioggia, con problemi anche di siccita’ che impattano sull’agricoltura. Il trend e’ ancor piu’ accentuato negli ultimi 10 anni, quelli su cui si e’ concentrato il Progetto ClimaMi, con l’obiettivo di fornire a progettisti, professionisti, amministratori e comunita’ scientifica una maggiore conoscenza della climatologia urbana. “Abbiamo studiato l’ultimo decennio, dal 2012 in poi, perche’ pensiamo che questi sono i dati che devono utilizzare i progettisti“, ha spiegato Lavecchia, sottolineando che siccome “il clima urbano dipende dalla sovrapposizione tra global warming e il contributo antropico locale, diventa fondamentale come progettiamo le nostre citta’, perche’ e’ proprio sulla forma, dimensione e utilizzo della citta’ che possiamo agire in termini di adattamento e mitigazione“.
La Fondazione Osservatorio Metereologico Milano Duomo, in partnership con la Fondazione Ordine Ingegneri della Provincia di Milano, con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti e con la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, dal 2019 e’ capofila del Progetto ClimaMi. “Il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici e’ anche una questione di contenimento dei costi che potremo avere in futuro legati a eventi dovuti ai cambiamenti climatici“, ha detto Alessandro de Carli, della commissione Ambiente e Tutela del Territorio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Milano, evidenziando l’importanza che “il clima locale sia assunto come fattore determinante nelle attivita’ professionali pubbliche e private quotidiane”.