Quali sono i veri numeri delle morti causate dai vaccini anti Covid? Pensare che ciò che sappiamo ufficialmente è solo la punta dell’iceberg può essere davvero tacciato di pensiero ‘no-vax‘? O forse c’è di più di semplice complottismo? Perché se a dire che i morti sono in numero decisamente superiore a ciò che si dice è un luminare che ribadisce l’importanza dei vaccini agli ultracinquantenni, forse c’è da stare ad ascoltarlo.
Su La Verità è comparso questa mattina un articolo che prende in esame lo studio, accurato e approfondito, del prof. Mario Menichella, divulgatore scientifico per conto della Fondazione Hume (www.fondazionehume.it). La lunga ricerca dell’esperto ha preso in esame la reazione avversa ai vaccini contro il Covid e i suoi numeri reali, il tutto basato non sulle ipotesi o sulle illazioni etichettabili come no-vax, ma su dati e numeri certi. Menichella ha confrontato le reazioni al vaccino anti-Covid con le reazioni ai vaccini per altra malattia.
“Poiché i morti negli Usa segnalati al Vaers (il database Usa) nella campagna antinfluenzale 2019-2020 sono stati circa 45 su 170 milioni di vaccinati (pari a 0,26 morti per milione di abitanti), la mortalità da vaccino antinfluenzale è stata di circa 0,26 morti per milione di dosi. Viceversa, poiché i morti segnalati in relazione ai vaccini anti Covid negli Usa sono stati, dal 14 dicembre 2020 al 19 febbraio 2021 (circa 2 mesi) 966 su 41.977.401 dosi somministrate, l’incidenza è stata di circa 23,0 casi per milione di dosi. Dunque, i morti in eccesso prodotti dai 2 vaccini anti Covid Pfizer + Moderna sono stimabili in (23,0-0,26=) 22,7 morti per milione di dosi somministrate“, spiega Menichella.
Effetti neurologici, conseguenze cardiovascolari e sulla circolazione del sangue, reazione all’eccesso di anticorpi: lo studio ha preso in esame ogni possibilità, confrontandola con quelle dei vaccini per altre malattie.
Ovviamente, vi sono variazioni nella mortalità per fasce d’età, e particolarmente degni di nota sono i numeri sui più piccoli, riferiti dal ricercatori a La Verità: “se si guarda l’eccesso di mortalità della classe 0-14 anni nel 2021 si vede che a inizio anno addirittura diminuisce, ma poi a un certo punto si inverte e sale notevolmente in corrispondenza della vaccinazione di massa di quella classe di età. Via via che che ci si sposta verso classi di età più grandi, la correlazione fra i due andamenti risulta essere minore, sembra invertirsi. In altre parole, gli eventi avversi sono scarsi negli anziani e sempre più frequenti via via che l’età si abbassa, in quanto i giovani hanno un sistema immunitario più forte. Ho evidenziato il parallelismo tra gli effetti del Covid e quelli legati alle segnalazioni di effetti avversi: sia la malattia sia i vaccini hanno in comune la proteina spike, che è responsabile in entrambi i casi degli effetti prodotti. Quindi, ora inizia ad avere non solo sempre più forti segnali di una correlazione fra morti e vaccini, ma anche un sempre più chiaro meccanismo causale”.
“La questione sta diventando così importante che non si può nascondere sotto la polvere – chiosa ancora Menichella -, anche perché tutto ciò impatta sul rapporto rischi-benefici che interessa ai fini delle strategie vaccinali. Oggi, con i nuovi dati, il punto di pareggio risulta spostato verso classi di età più elevate, direi che si colloca sui 40-45 anni. Questo significa che, mentre la vaccinazione degli over 50 ha sicuramente senso (poiché il 99% dei morti per Covid sono over 50), quella delle persone giovani e dei bambini andrebbe fermata. Nel caso dei giovani under 30 e dei bambini, in realtà, vi sono ragioni ancora più numerose e forti che sconsigliano di procedere alla loro vaccinazione (tantomeno tramite un obbligo surrettizio)”.
Lo studio di Menichella presenta una stima realistica degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid e del rapporto rischi-benefici. Nell’articolo vengono analizzate e confrontate fra loro, per la prima volta, le informazioni sugli effetti avversi post-vaccino (in gergo, AEFI) contro il Covid provenienti da una quantità di fonti diverse, fra cui: i database sugli effetti avversi di vari paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Italia, etc.), che rappresentano una forma di farmacosorveglianza passiva; alcuni studi di sorveglianza attiva presenti nella letteratura scientifica; gli studi clinici controllati randomizzati pre- e post-autorizzazione al commercio dei vaccini a mRNA; i primi studi epidemiologici relativi ad alcune singole patologie legate ai vaccini; le prime analisi sulla variazione della mortalità della popolazione più giovane nel periodo della sua vaccinazione; i dati storici e recenti sull’eccesso di mortalità nei Paesi d’Europa nelle varie classi di età; i risultati di alcune autopsie, etc. Dunque fonti valide, certe e certificate.
Soprattutto dai dati pubblici disponibili, dalla letteratura scientifica più recente e dalle valutazioni preliminari svolte da numerosi analisti indipendenti, sta emergendo un quadro sempre più chiaro e coerente, spiega l’esperto nello studio, dell’importanza degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid usati, negli scorsi mesi, nei principali Paesi occidentali. Sono qui evidenziate le moltissime morti in eccesso registrate nel 2021 dal network EuroMOMO, in sostanziale coincidenza con la campagna vaccinale: la correlazione sembra assente per gli over 75, ma appare aumentare sempre più via via che si considerano classi di età più giovani, in ottimo accordo con la crescente incidenza degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid al calare dell’età, emersa fin da inizio anno dai dati forniti dall’AIFA. Viene discussa in dettaglio anche la questione dell’elevato tasso di decessi segnalati ai database anglosassoni. Inoltre, viene tentata una stima del rapporto
rischi-benefici, che pare spostare il punto in cui essi si bilanciano verso i 40-45 anni di età. Una quantità di nuove evidenze scientifiche, inoltre, forniscono ulteriori motivi per considerare la vaccinazione dei giovani poco sensata, mentre quella dei bambini risulta essere addirittura “poco responsabile”, come sottolineato ormai in modo sempre più ampio da medici e specialisti qualificati. Va invece sottolineata l’enorme importanza della vaccinazione contro il Covid degli over 50 e dei soggetti fragili, onestamente ben realizzata dalle Autorità sanitarie italiane, pur fra mille difficoltà. Sono, infine, spiegate le ragioni per le quali l’algoritmo per la determinazione del rapporto causa-effetto degli eventi avversi usato dall’OMS e mutuato dall’AIFA pare risultare poco adeguato nel contesto degli attuali vaccini anti-Covid. Vengono poi discussi, alla luce di queste novità, anche temi come la terza dose, i risarcimenti per i danni cagionati dai vaccini, etc. In ultimo, precisa Menichella, ma non meno importante, vengono via via sottolineate alcune questioni che meriterebbero un approfondimento scientifico serio e che non possono essere liquidate con l’inquietante faciloneria con cui il dibattito pubblico sui media di solito affronta (se mai lo fa) tali argomenti.
Ecco il link allo studio completo: Articolo_effetti_avversi.