La CME “cannibale” ha colpito la Terra: ha scatenato una forte tempesta geomagnetica G3

Un'espulsione di massa coronale (CME) "cannibale" ha raggiunto la Terra: l'impatto ha scatenato una forte tempesta geomagnetica classe G3
MeteoWeb

Una tempesta geomagnetica ha colpito la Terra nelle scorse ore: un’espulsione di massa coronale (CME) “cannibale” ha raggiunto il campo magnetico terrestre il 3 Novembre (alle 20 UTC circa, le 21 ora italiana). L’impatto ha scatenato una forte tempesta geomagnetica classe G3 con intense aurore intorno al Circolo Polare Artico.

tempeste geomagnetiche oggi 4 novembre

tempeste geomagnetiche oggi 4 novembre
Credit SWPC NOAA

tempeste geomagnetiche oggi 4 novembre

cme cannibale

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Credit SWPC NOAA

La guida turistica Markus Varik ha fotografato l’impatto da Tromsø, Norvegia:

Credit Markus Varik (Tromsø, Norvegia), https://www.greenlander.no

Varik è una delle guide più esperte in Norvegia: “Anche io sono rimasto colpito,” ha dichiarato. “Le aurore sono state forti, uno dei migliori spettacoli degli ultimi anni“.

La Terra sta ora attraversando la scia della CME. Le condizioni di tempesta si sono abbassate alla categoria G1 (minore) con episodi occasionali G2 (moderatamente forte): le aurore possono essere visibili negli Stati USA settentrionali come Minnesota e Montana.

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Credit: SWPC NOAA
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Credit SWPC NOAA

*** AGGIORNAMENTO ***

La Terra assediata per 20 ore da forti tempeste geomagnetiche G3: la CME “cannibale” ha generato aurore persino in California

La CME “cannibale” diretta verso la Terra

L’espulsione di massa coronale (CME) “cannibale” è stata rilevata dai coronografi del Solar and Heliospheric Observatory della NASA mentre partiva dal Sole il 2 Novembre a seguito di un brillamento solare (M1.7) emesso dalla macchia solare AR2891:

Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche.

Le CME più lente, in questo caso, sono state scagliate nello Spazio il 1° e il 2 Novembre dalla macchia solare AR2887.

Gli analisti della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) avevano elaborato un modello, e questo era quanto emerso:

L’animazione mostra la nube di particelle “cannibale” che spazza via un’intera CME e una parte di un’altra. Il modello aveva previsto un aumento di +300 km/s della velocità del vento solare e un picco di 5 volte nella densità del vento solare sulla scia della CME.

Cos’è un brillamento solare (o flare)

I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.

Cos’è un’espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.

Cos’è una tempesta geomagnetica

Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.

Il massimo del Ciclo Solare 25

Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.

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