Un violento nubifragio si è abbattuto su Santo Stefano Quisquina, nell’Agrigentino. Nel centro si è addirittura formato un fiume in piena che ha paralizzato il Comune. Oltre all’acqua piovana che ha invaso tutte le strade, una “montagna” di detriti si è riversata un po’ ovunque e ci sono pericoli dappertutto. Il sindaco Francesco Cacciatore, che sta coordinando la macchina dei soccorsi, ha diramato un avviso urgente per i concittadini: “Non uscite da casa, fatelo solo se strettamente necessario“. Il primo cittadino aggiunge: “Ci sono tutti i mezzi e gli operai a nostra disposizione all’opera. Avevamo pulito, per tempo, le caditoie, ma la pioggia che è caduta è stata tantissima – ha spiegato Cacciatore -. Sono due anni che attendiamo i lavori di regimentazione delle acque a monte del paese, due anni. Non due mesi! Non è stato fatto niente, così come, dall’Anas, attendevamo l’ampliamento di un ponticello. Sono due anni che vado sollecitando tutti, ma adesso siamo veramente arrivati all’assurdo. Il nostro paese, soprattutto a causa dei mancati lavori di regimentazione delle acque piovane, è in ginocchio”.
Enormi colate di fango, rischi e disagi anche lungo la strada statale che collega Agrigento con Palermo e viceversa. Secondo quanto reso noto dall’Anas, il traffico è rimasto bloccato a lungo – per allagamento dall’altezza del chilometro 0 al 6 (zona bivio Manganaro). Traffico bloccato, sempre lungo la statale 121, anche all’altezza di Roccapalumba.
“Ancora una volta la Palermo-Agrigento, oggi diventata fiume di fango nel territorio di Roccapalumba, mostra tutti i suoi punti deboli e la necessita’ di interventi di riqualificazione, messa in sicurezza immediata e contro il dissesto idrogeologico, invece si va avanti con lavori infiniti che non giungono mai al termine“, hanno precisato Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, Francesco Danese segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani, Dionisio Giordano segretario generale Fit Cisl Sicilia e Franco Nuccio segretario generale Fai Cisl Palermo Trapani.
“Bisogna fare il punto della situazione sulle strade provinciali e sui nostri territori – aggiungono – e subito tutti i cantieri necessari. In gioco c’è la sicurezza dei cittadini e di certo, dato che i fenomeni di precipitazioni abbondanti sono sempre più ‘ frequenti, bisogna mettere in sicurezza la nostra rete stradale che da sempre è un colabrodo“. Di “scenario intfernale” hanno parlato il segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo.
Strade allagate e trasformate in torrenti, terreni franati, e l’acqua che straripa. “L’hanno chiamata super strada. Ma oggi, chi la attraversa – dicono – rischia la vita. La SS 189, sede del cantiere senza fine della Palermo-Agrigento, all’altezza di Lercara Friddi, con le piogge di questi giorni si e ‘ trasformata nel letto di un fiume. Un fiume in piena che e’ straripato e sta sommergendo tutto con il suo carico di fanghi e detriti. Gli automobilisti anche oggi, come ogni volta che piove forte, sono rimasti intrappolati, pendolari e studenti non hanno poter raggiungere scuole, posti di lavoro, abitazioni. I paesi rischiano di restare isolati e stanno lanciando l’sos. Chiediamo al ministero delle Infrastrutture e all’Anas di intervenire subito”. Cgil e Fillea riconosciuta l’intervento urgente delle istituzioni.
“Abbiamo mandato – spiegano – una lettera al ministro Giovannini e all’Anas per sottolineare la critica’ in cui si trova la Palermo Agrigento che, dal punto di vista dello stato di avanzamento del cantiere viaggia ai minimi storici, adesso anche a causa della fuoriuscita di due delle imprese affidatarie – aggiungono Ridulfo e Ceraulo – E’ inaccettabile che dal 2012 ad oggi i lavori non siano ancora conclusi. A ogni pioggia la situazione diventa insostenibile soprattutto in quel tratto di strada. Le condizioni del tempo stanno mettendo a dura prova l’infrastruttura, evidenziando le condizioni di dissesto di tutto il territorio circostante. Aspettiamo da qui a breve una risposta dal ministro e dall’Anas per capire quale futuro si prospetta per la conclusione dei lavori. Si tratta di un’ opera pubblica necessaria per migliaia di persone che l’attraversano ogni giorno, ei ritardi nei lavori gridano vendetta. Occorre un piano di messa in sicurezza del territorio, che e’ uno degli aspetti principali su cui bisogna intervenire. Non si puo’ perdere altro tempo”.
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