Covid, Vaia (Spallanzani): “lo stato di emergenza non serve più, il vaccino non sia l’unica soluzione”

Vaia, direttore dello Spallanzani: "dal mio punto di vista tecnico non ci sono le condizioni per prolungare l’emergenza”. "Non voglio arrivare a ‘vaccino e cappuccino’, per cui facciamo una quarta, una quinta, una settima dose a colazione senza fare nient'altro"
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Francesco Vaia, direttore sanitario Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, è intervenuto al dibattito “Punto di domanda. Le risposte che mancano sull’arma della vaccinazione nella guerra al Covid-19”, dal palco di Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia, tenutasi a Roma, a cui hanno partecipato vari esperti. Il direttore dello Spallanzani ha espresso il suo parere sull’ipotesi di una proroga dello stato di emergenza, al momento in scadenza al 31 dicembre: “non mi occupo di politica, e non voglio entrare in questi particolari, ma dico che se i dati di oggi non mi preoccupano, se l’indice Rt ci dice che entro Natale saremo ancora più bassi, se è vero che il vaccino funziona, e dobbiamo farci la terza dose, dal mio punto di vista tecnico non ci sono le condizioni per prolungare l’emergenza”.

Dello stesso avviso anche da Massimo Clementi, direttore microbiologia e virologia del San Raffaele di Milano, e Maria Rita Gismondo, direttore microbiologia clinica del Sacco di Milano, che si domanda “a cosa serve?”. Dal punto di vista sanitario, prolungare lo stato d’emergenza, per gli esperti non serve. “Poi se c’è un’emergenza occulta da gestire – ha detto Gismondo – allora non so…”.

Vaia ha parlato anche del vaccino ai bambini:non dobbiamo avere paura, il Covid è prepotente con i più deboli ma è debole con i più forti, che sono i giovani. Fino a ieri sera nella terapia intensiva dell’ospedale Bambin Gesù di Roma c’erano zero bambini malati di Covid. Io accoglierò chi vorrà vaccinarli, ma se penso agli incubatoi di infezione non penso ai bambini ma a quella fascia tra i 40 e i 60 anni che non vogliono vaccinarsi”.

Tutti i fragili, di qualsiasi età, quindi anche i bambini, invece, si devono vaccinare subito”, ha avvertito Gismondo.

Serve fare la terza dose di vaccino anti-Covid, perché abbiamo bisogno di proteggerci un altro poco dopo i primi 5 mesi dalla seconda dose, ma non voglio arrivare a ‘vaccino e cappuccino’, per cui facciamo una quarta, una quinta, una settima dose a colazione, senza però migliorare i trasporti, la scuola, senza cioè fare niente altro perché tanto ci vacciniamo. La soluzione – conclude Vaia – deve trovarla la politica, assumendosi le sue responsabilità e spronando le case farmaceutiche ad aggiornare al più presto il vaccino, per farlo una sola volta all’anno. Questa è la strada”.

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