Una “ferita” si è aperta nel pomeriggio di ieri sul fianco occidentale dell’Etna, dalla quale è fuoriuscita lava ben visibile nel bianco della neve. Si tratta di una bocca effusiva (emette solo magma, senza attività esplosiva), che ha spaventato molti perché a quota bassa, circa 2.100-2.200 metri, nella Valle del Bove, alla base della ripida parete occidentale che culmina in alto nel Cratere di Sud-Est.
“Sta facendo ciò che le piace di più: prenderci per i fondelli, la nostra Signora Etna,” ha spiegato in un post su Facebook il vulcanologo INGV Boris Behncke.
Ieri pomeriggio, ha proseguito l’esperto, “esattamente alle 18:06 locali, si è aperta una singola bocca effusiva (cioè una bocca che emette solo lava, senza attività esplosiva) nella Valle del Bove, alla base della ripida parete occidentale che culmina in alto nel Cratere di Sud-Est. Questa bocca si trova ad una quota di circa 2100-2200 m, lontano da zone popolate, e sta emettendo una piccola colata di lava, che si sta riversando lentamente in zone desertiche e coperte di neve.
Già stanno girando di cotte e di crude, allora facciamo chiarezza.
Questa nuova eruzione – perché di eruzione laterale si tratta, certamente intimamente collegata al Cratere di Sud-Est – è completamente tranquilla, senza attività esplosiva e senza alcuna attività sismica. Non si tratta quindi di risalita di un magma “nuovo” e ricco in gas, anzi di gas non se ne vede praticamente.
Ciò significa che questa eruzione non è né come quella del 2018 (che era stata preceduta da mesi di intensa attività sismica e forti deformazioni del suolo, e durante la quale sono avvenuti migliaia di terremoti), né come quella del 1991-1993, anch’essa preceduta da sciame sismico, e con intensa attività esplosiva alle bocche eruttive durante le prime settimane dell’eruzione.
La nuova colata di lava è poco alimentata, avendo percorso un paio di centinaia di metri nelle prime ore (in contrasto la colata del 1981 a Randazzo ha percorso nello stesso tempo circa 6 km). Un po’ fa pensare all’eruzione di settembre 2004 – marzo 2005, che era altrettanto “silenziosa”, oppure un’eruzione, poco nota, che nei primi mesi del 1968 è avvenuta in zona Serra Giannicola, durante un periodo di continua attività stromboliana ed effusiva al Cratere di Nord-Est“.
In ogni caso, ha concluso il vulcanologo, “l’Etna ci ha sorpreso per l’ennesima volta, ma questo lo sapevamo già, che non ci dobbiamo meravigliare se l’Etna ci sorprende. Fortunatamente la sorpresa è una cosina piccola ed innocua, ma ben visibile dal settore orientale del vulcano, fra Acireale e Mascali“.