Notte di Capodanno, sulla tavola del cenone un eccezionale alimento “portafortuna”: aiuta a dimagrire, abbassa la glicemia, la pressione alta, il colesterolo cattivo e i trigliceridi

Alla scoperta di un alimento immancabile sulla tavola del cenone di Capodanno: è ricco di proteine, abbassa il colesterolo cattivo e i trigliceridi, regolando la glicemia e la pressione
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Uno dei cibi “portafortuna” immancabili sulle tavole di San Silvestro, durante la cena della Notte di Capodanno, è anche un alimento portentoso per la nostra salute: ricco di proteine, è un alleato contro il diabete in quanto abbassa la glicemia, ma anche la pressione alta, il colesterolo cattivo e i trigliceridi, aiuta a dimagrire, donando un prolungato senso di sazietà.
Ecco quindi perché il consumo di lenticchie è benefico, non solo durante le festività.

Cosa sono le lenticchie

Le lenticchie sono i semi di Ervum lens, una pianta della famiglia delle Leguminose Papillionacee.

Le lenticchie tra storia, simboli e tradizione

Considerate simbolo di buon auspicio, fortuna e prosperità, sono legate all’antica usanza romana di regalare una scarsella (borsa di cuoio) legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformasse in monete sonanti. La forma di questi legumi, infatti, ricorda quella di una moneta.
Le lenticchie sono citate persino nella Bibbia, Genesi 25:34: Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie” e nel secondo libro di Samuele 17:28: “portarono dei letti, dei catini, dei vasi di terra, del grano, dell’orzo, della farina, del grano arrostito, delle fave, delle lenticchie, dei legumi arrostiti…”.

Capodanno: lenticchie portafortuna in 8 tavole su 10

Forse anche per battere la paura della pandemia nel menu dei cenone degli italiani in otto casi su dieci (80%) sono previste quest’anno le lenticchie chiamate a portar fortuna mentre il tradizionale chicco d’uva è servito nel 64% dei casi: è quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ sul Capodanno degli italiani che mettono sul podio dei cibi più gettonati al primo posto lo spumante con l’84% e sorprendentemente al terzo il cotechino o lo zampone (71%).

La produzione in Italia di lenticchia – sottolinea la Coldiretti – è di circa 5,5 milioni di chili e particolarmente ricercate sono quelle Castelluccio di Norcia IGP, la cui produzione era stata duramente colpita dal terremoto ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito.

Quali sono le proprietà delle lenticchie

Le lenticchie vantano innumerevoli virtù benefiche: ricche di proteine, ideali per l’alimentazione di vegetariani e vegani, donano un prolungato senso di sazietà, contrastano la stitichezza, facilitano il transito intestinale.
Inoltre proteggono le cellule dallo stress ossidativo, rafforzano il sistema immunitario, favoriscono la formazione del collagene, sono benefiche per il sistema nervoso, riducono l’affaticamento, aumentano la biodisponibilità del ferro alimentare, combattendo l’anemia. Ricche di folati, preziose in gravidanza e allattamento, le lenticchie prevengono malformazioni fetali come la spina bifida e, grazie al potassio, tengono sotto controllo la pressione sanguigna, la salute cardiaca e lo scambio idro-salino a livello cellulare.

Questi preziosi legumi facilitano la perdita di peso, pertanto sono consigliati nelle diete ipocaloriche, abbassano i livelli di colesterolo cattivo (LDL), sono un ottimo aiuto contro il diabete, in quanto stabilizzano la glicemia.
Secondo uno studio canadese pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, mangiare 130 grammi di legumi (come fagioli, piselli, ceci o lenticchie) farebbe perdere fino a 340 grammi di peso al giorno. La ricerca, del St. Michael’s Hospital di Toronto, è basata su una precedente analisi del Centro Nutrizione clinica dello stesso ospedale, secondo cui chi si nutre spesso di legumi si sente più sazio rispetto a chi segue una dieta controllata e in questi soggetti si verifica anche un buon controllo del colesterolo “cattivo”.

I legumi come la lenticchia alzano la glicemia? Vero o falso?

Mangiare legumi alza la glicemia? A questa domanda di Humanitas Salute ha riposto la dott.ssa Sara Testa, dietologa dell’Unità di Chirurgia bariatrica dell’Ospedale Humanitas.
Secondo l’esperta, “fagioli e legumi come ceci, fave, lupini e lenticchie sono particolarmente indicati in chi soffre di diabete perché non venendo assorbiti immediatamente dall’intestino, riducono l’assorbimento dello zucchero e quindi evitano che la glicemia si alzi troppo. Mangiare fagioli e legumi quindi evita la glicemia alta ovvero l’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue, come accade quando si mangiano alimenti ricchi di zuccheri e carboidrati. Fagioli e legumi sono alimenti che dovrebbero essere consumati regolarmente da chi soffre di diabete, sia per il controllo della glicemia sia per la ridotta quantità di calorie. Infatti, 100g di fagioli o ceci cotti contengono circa 100 calorie, un po’ meno lenticchie e fave, e andrebbero mangiati almeno tre volte alla settimana anche sotto forma di prodotti come la pasta realizzata con farine di fagioli e legumi che quindi rientra tra i prodotti proteici.

Lenticchia, benefici e controindicazioni: il parere degli esperti

Secondo gli esperti dell’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario,

grazie all’importante apporto di fibre le lenticchie risultano essere un valido aiuto per aumentare il senso di sazietà e facilitare il transito intestinale. Grazie all’alto quantitativo di minerali di cui sono composte, le lenticchie sono un alimento adatto in caso di affaticamento, denutrizione e anemia. Le lenticchie contengono inoltre gli isoflavoni, composti dalle proprietà antiossidanti, utili contro i radicali liberi. La Tiamina (vitamina B1) in esse presente, inoltre, favorisce la memoria e la concentrazione, mentre la vitamina B3 (o vitamina PP) aiuta l’organismo a gestire in modo ottimale l’energia e a ridurre i trigliceridi nel sangue.
Quanto alle controindicazioni, è bene non esagerare con la quantità di lenticchie consumata – così come accade per gli altri legumi – soprattutto in caso di predisposizione a problemi intestinali come la colite, che potrebbero peggiorare con il consumo di questo alimento. Le lenticchie vanno consumate sempre previa cottura poiché quando sono crude presentano al loro interno sostanze non digeribili (che vengono distrutte durante la cottura)“.
Il consumo di lenticchie è sconsigliato ai soggetti affetti da gotta o uremia, poiché contengono molte purine“.

Gli esperti Humanitas ricordano inoltre che

100 grammi di lenticchie secche cotte (bollite in acqua senza aggiunta di sale e scolate) apportano circa 92 calorie, ripartite come segue:

  • 66% carboidrati
  • 30% proteine
  • 4% lipidi

In particolare, in 100 grammi di lenticchie secche cotte (bollite in acqua senza aggiunta di sale e scolate) sono presenti circa:

 

  • 69.7 g di acqua
  • 6,9 g di proteine
  • 0,4 g di lipidi
  • 16,3 g di carboidrati
  • 13,5 g di amido
  • 0,7 g di zuccheri solubili
  • 8,3 g di fibra totale (fibra solubile 0,6 g; fibra insolubile 7,7 g)
  • 2 mg di sodio
  • 266 mg di potassio
  • 3 mg di ferro
  • 29 mg di calcio
  • 146 mg di fosforo
  • 28 mg di magnesio
  • 1,1 mg di zinco
  • 0,3 mg di rame
  • 4 µg di selenio
  • 0,12 mg di tiamina (vitamina B1)
  • 0,05 mg di riboflavina (vitamina B2)
  • 0,6 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)“.

Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.

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