I dinosauri corazzati sono ben noti per la loro evoluzione con armi da coda specializzate: punte di coda accoppiate negli stegosauri e clavette pesanti negli anchilosauri più ‘recenti’. In particolare, il thagomizer è una formazione ossea composta da un numero variabile da quattro a dieci aculei presente sulla coda di alcuni dinosauri del clade Stegosauria, di cui Stegosaurus stenops è il più noto. L’ipotesi più plausbile, secondo i paleontologi, è che questa particolare struttura ossea potesse servire come arma di difesa contro i predatori.
Non sono ancora ben noti i processi evolutivi che, dal Gondwana, hanno portato i dinosauri ad evolversi nelle specie temporalmente più vicine a noi, ma sul punto i ricercatori stanno facendo numerosi progressi. Il Gondwana, giova ricordarlo, è il supercontinente che si ritiene sia esistito per circa 370 milioni di anni, approssimativamente da 660 a 290 milioni di anni fa, e comprendeva tutte le terre attualmente presenti nell’emisfero meridionale, ovvero America Meridionale, Africa, Australia, India e Antartide.
I dinosauri corazzati del Gondwana meridionale sono tutt’oggi rari ed enigmatici, ma probabilmente includono i primi rami di Anchilosauri. In una ricerca pubblicata su Nature e guidata da Sergio Soto-Acuña, i ricercatori descrivono uno scheletro completo, semi-articolato, di un piccolo dinosauro corazzato (circa 2 m) risalente al tardo Cretaceo, ritrovato nella regione di Magellano, nell’estremo sud del Cile, una regione che è bio-geograficamente correlata all’Antartide occidentale.
Si tratta, a prima ‘vista’, di uno Stegosauro che ha evoluto un’arma a coda larga, diversa da qualsiasi altro dinosauro: una struttura grassa, simile a una fronda, formata da sette paia di osteodermi sporgenti lateralmente che racchiudono la metà distale della coda. L’osteoderma è una corazza, ovvero un struttura protettiva presente oggi in un numero limitato di rettili, tra cui le tartarughe, e in alcuni gruppi di mammiferi, formata da placche ossee ricoperte dal derma, che è ricoperto a sua volta da fanere. Lo stegosauro ritrovato in Cile mostra caratteri cranici tipici degli anchilosauri, ovvero un gruppo di dinosauri ornitischi erbivori apparsi nel Giurassico inferiore ma che ebbero una grande diffusione nel Cretacico. Allo stesso tempo, però, lo stegosauro presente un scheletro postcraniale in gran parte ancestrale, con alcuni tratti simili a quelli degli stegosauri, appunto. Analisi filogenetiche collocano gli Stegosauri nella famiglia degli Anchilosauri, ed è in particolare imparentato con il Kunbarrasaurus dall’Australia e l’Antarctopelta dell’Antartide, formando così una stirpe di anchilosauri ‘gondwaniani’ che avrebbero in comune un clade vissuto prima da tutti gli altri anchilosauri.
I grandi osteodermi e la coda con vertebre dell’Antarctopelta suggeriscono che avesse un’arma di coda simile a quella dello Stegosauro ritrovato in Cile. Per questo motivo il gruppo di ricerca propone un nuovo clade, ovvero un unico antenato per entrambe le specie, il Parankylosauria. Il gruppo di ricerca suggerisce così un’origine risalente a 167 milioni di anni prima della separazione di Gondwana e presenza di Anchilosauri. Il raggruppamento si basa su somiglianze osteologiche e proporzionali tra Antarctopelta, Kunbarrasaurus e Stegouros.