Whale ship strikes: l’ecatombe delle balene e la Ong che si impegna a salvarle. Intervista a Paolo Bray

Più di 20.000 balene ogni anno muoiono per le collisioni con le grandi navi. Il direttore della World Sustainability Organization, Paolo Bray, ci spiega come salvarle e perché le balene sono così importanti per il pianeta
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Sapevate che nel corso della loro vita le balene sono in grado di sottrarre 33 tonnellate di CO2 dall’atmosfera? E che il fenomeno denominato “whale ship strikes” uccide ogni anno circa 20.000 esemplari?
A spiegarci di cosa si tratta e cosa possiamo fare noi in merito da semplici cittadini ci aiuta Paolo Bray, direttore della World Sustainability Organization, una Ong che attribuisce le etichette di sostenibilità Friend of the Earth e Friend of the Sea e si impegna in una serie di progetti a tutela delle specie a rischio.

Quali sono i progetti di cui si occupa la vostra Ong?

whale safeNoi abbiamo due programmi che si chiamano Friend of the Sea & Friend of the Earth, entrambi standard di certificazione di prodotti e servizi sostenibili, che aiutano il consumatore sensibile a riconoscere quei prodotti che rispondono a una serie di requisiti che vengono verificati attraverso terze parti indipendenti e vengono contrassegnati con il logo apposito.
Poi abbiamo, sempre sotto questi due programmi, diversi progetti di conservazione e sensibilizzazione che riguardano le specie in pericolo sia acquatiche sia di habitat terrestri come farfalle, volatili e altri animali a rischio. Questo è il cuore della nostra attività perché tramite le certificazioni riusciamo a utilizzare buona parte del nostro budget alla conservazione.

Cos’è il fenomeno denominato “whale ship strikes”?

whale ship strikesPer fortuna i nostri oceani sono popolati da un buon numero di balene, tuttavia, alcune specie come la Balena Franca, la Balenottera Azzurra e il Capidoglio sono a rischio. Della prima, in particolare, la popolazione è costituita solamente da 800 individui.

La principale causa di mortalità che ha determinato una riduzione delle popolazioni tra il 60 e il 90% rispetto alle popolazioni originarie è sempre stata ritenuta la caccia alle balene. Attualmente la caccia alle balene uccide circa 1000 esemplari all’anno, perché alcune nazioni continuano con questa pratica adducendo false motivazioni scientifiche.
Ma ci sono altre due cause di mortalità che generano secondo le stime circa 40.000 decessi di balene e sono: le prese accidentali negli strumenti di pesca o tra le reti smarrite; e l’altra causa, meno conosciuta, che è l’impatto letale con i cetacei delle grandi navi da trasporto o delle navi da crociera, appunto il fenomeno del whale ship strikes.

Come avviene esattamente?

Le balene vengono letteralmente speronate. Questo è causato anche dalla grande velocità media che le navi hanno acquisito negli ultimi decenni e che le porta a viaggiare anche al triplo della velocità delle balene. Queste ultime non si rendono conto della presenza imminente di una nave che si avvicina e quando se ne accorgono non sono in grado di mettersi al riparo ed evitare di essere colpite. Questo avviene anche a causa del disorientamento generato dal grande spostamento d’acqua e dai rumori che accompagnano queste navi.
Le navi non se ne accorgono se non spesso quando, arrivate in porto, vedono una carcassa sul bulbo della nave.

È molto difficile reperire i dati su questo fenomeno, ma esiste un database della Commissione Baleniera Internazionale che consente al pubblico di riportare eventuali collisioni. Purtroppo sono solo i piccoli operatori che fanno queste segnalazioni, mentre non ci sono dati riportati dalle grandi navi sia perché non si rendono conto dell’impatto e sia perché il più delle volte sostengono che si tratti di balene già morte.

Alcune tra le compagnie di crociera più conosciute in Europa, Costa e MSC, sono al primo posto per il loro impegno, anche se sono ancora ferme solo a un 65% di coinvolgimento nelle pratiche per contrastare le collisioni mortali. La linea di crociera Disney invece è all’ultimo posto di questa classifica, perché non ha fornito informazioni.

Quali sono le misure che si possono adottare per ridurre il fenomeno del whale ship strikes?

aree rischio baleneAlcuni grandi operatori hanno iniziato a intraprendere delle misure per ridurre questo impatto. Noi abbiamo stilato una classifica dei vari operatori che è disponibile sul nostro sito e indica le società che hanno performato meglio, hanno raggiunto una valutazione migliore e hanno meritato il premio “whale safe”, mentre molte altre invece sono completamente disinteressate alla problematica.

Le misure che possono essere intraprese sono le seguenti in ordine di efficacia:

  • Spostare le rotte di navigazione in zone in cui non sono presenti frequentemente le balene. Un caso esemplare è una zona nel sud dello Sri Lanka dove si trovano alcune delle maggiori autostrade del mare, in questa zona in un certo periodo dell’anno si spostano per nutrirsi le balenottere azzurre e il rischio di collisioni è altissimo. Gli studi hanno dimostrato che spostando queste autostrade a circa 15 miglia più a sud il rischio di collisione si ridurrebbe di circa il 94%, ma nonostante i nostri sforzi per far incontrare le parti interessate nulla è stato fatto in merito.
  • L’altra soluzione possibile per ridurre la mortalità sono le cosiddette aree di slow down, aree di riduzione della velocità volontaria. Ne esistono diverse in particolare nei pressi di alcuni porti degli Stati Uniti, e riducendo la velocità sino a circa 10 nodi è possibile ridurre la mortalità dei cetacei di circa il 50%.

Cosa prevede l’impegno della vostra Ong, la World Sustainability Organization?

avvistamento baleneNoi con il nostro progetto abbiamo deciso di introdurre il logo “whale safe” per motivare le aziende a introdurre delle misure per contenere il rischio di collisione con le balene.
Richiediamo ad esempio che le navi siano dotate di un sistema di osservazione a bordo con delle telecamere a infrarossi che consentono di allertare in automatico sulla presenza dei cetacei davanti alla nave e richiediamo che le imbarcazioni condividano i dati raccolti attraverso delle piattaforme online così da consentire alle altre navi, che viaggiano dietro in fila indiana, di procedere alla riduzione della velocità o al cambio di rotta quando possibile per ridurre il rischio di impatto.
Chi implementerà queste misure verrà certificato con il nostro logo.

In che modo le balene sono importanti per il nostro ecosistema?

baleneLe balene hanno tre ruoli importanti. Il primo fondamentale ed è quello all’interno della catena alimentare, e siccome l’impatto dell’uomo ha portato alla riduzione drastica delle popolazioni originarie è importante ridurre l’ulteriore impatto sul loro ecosistema.
Le balene poi rilasciano le feci sulla superficie e nutrendosi di esse nascono immense popolazioni di plancton, organismi in grado di sequestrare pare il 40% della CO2 prodotta globalmente.
Secondo un recente studio pare che una sola balena nel corso della sua vita sia in grado di sequestrare circa 33 tonnellate di CO2 dall’atmosfera, che con un gioco di immaginazione possono essere tradotte in 2 milioni di euro.
Un ultimo valore delle balene è quello economico, perché rappresentano oramai un’importante attrattiva turistica grazie all’industria del whale watching che genera ogni anno un fatturato diretto di circa 2 miliardi di euro.

Le istanze per la tutela dell’ambiente si moltiplicano giorno dopo giorno ed è difficile stare al passo con tutte. Cosa possiamo fare da semplici cittadini per adeguarci alle necessità del pianeta?

Una delle nostre attività a maggiore impatto è l’alimentazione ed è quella in cui possiamo intervenire in maniera più immediata, generando tra l’altro anche un miglioramento della nostra salute, e in particolare incrementando il consumo di frutta e verdura e consumando proteine animali in modo maggiormente consapevole. Scegliendo le specie e i produttori che possono vantare una certificazione (rilasciata da una terza parte indipendente) come il nostro Friend of the sea che implica una serie di controlli e una generale trasparenza.

Noi, ad esempio, monitoriamo quotidianamente i pescherecci attraverso un sistema satellitare che ci consente di avere la sicurezza che non peschino nelle aree marine protette o in periodi in cui non è consentito, ma anche che rispettino dei requisiti di responsabilità sociale.

Le certificazioni ci danno la sicurezza di aver fatto una scelta responsabile e possiamo estendere questa attenzione anche ad altri campi come quello dell’abbigliamento, evitando ad esempio il fast fashion, evitando quindi di acquistare in maniera impulsiva abiti che non ci servono. Sono molti le piccole attenzioni che non ci costano sforzo ma che possono cambiare il futuro del pianeta.

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