Dopo che la pista è stata ripulita dalla cenere dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga Hunga Ha’apai, alle Tonga è atterrato il primo aereo straniero con aiuti e forniture idriche per la popolazione. Si tratta dell’aereo inviato dalla Nuova Zelanda. Altri voli sono in arrivo da Nuova Zelanda e Australia.
Dopo l’eruzione dello scorso fine settimana la cenere ha contaminato l’acqua ponendo dei seri rischi per la popolazione.
Almeno tre persone sono morte e le comunicazioni sono ancora difficili nella zona.
Cinque giorni dopo il terremoto-tsunami, la Nazione del Pacifico è ancora isolata dal resto del mondo a causa della rottura del cavo sottomarino che assicura le comunicazioni con l’arcipelago: potrebbero essere necessarie almeno 4 settimane per ripararlo.
Secondo l’ONU, circa 84mila persone – oltre l’80% della popolazione delle isole Tonga – sono state colpite dall’eruzione del vulcano Tonga-Hunga Ha’apai e dal conseguente tsunami. “Tutte le case sono state distrutte sull’isola di Mango e solo due sono rimaste sull’isola di Fonoifua“, mentre “danni significativi sono stati segnalati a Nomuka“, ha riferito il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, sottolineando che “l’evacuazione delle persone su queste isole è in corso“. Oltre ai tre morti finora registrati, Dujarric ha precisato che “sono stati segnalati dei feriti“, ma non ha confermato il numero. Tra i bisogni umanitari più urgenti ci sono acqua potabile e cibo, oltre al ripristino delle connessioni telefoniche e Internet. “Gli sforzi di soccorso si stanno intensificando, ma è difficile raggiungere aree remote per valutare i bisogni delle persone e fornire assistenza“, ha spiegato ancora Dujarric, citando le “sfide logistiche” e i protocolli anti-Covid molto severi nelle isole Tonga.
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