Lo scienziato NASA: “possiamo terraformare Marte e forse anche Venere, ecco come li renderemo abitabili per gli umani”

"Possiamo terraformare Marte e forse anche Venere": a dichiararlo è stato Jim Green, direttore della divisione di scienze planetarie della NASA per 12 anni
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Dopo quattro decenni alla NASA, uno dei migliori scienziati dell’Agenzia spaziale, Jim Green, è andato in pensione e ora sta concentrando la sua attenzione sul suo piano per rendere Marte un pianeta adatto all’esplorazione umana e, forse, all’abitabilità.
Green ha ricoperto il titolo di scienziato capo della NASA negli ultimi tre anni e il suo incarico includeva anche 12 anni presso la divisione di scienze planetarie della NASA. Il suo pensionamento è iniziato solo pochi giorni fa.

Green ha anche lavorato a un piano per terraformare Marte, avviando il campo magnetico del pianeta, cosa che potrebbe eventualmente consentire di controllare il clima in un modo che permetterebbe di sostenere la vita umana.

Affinché si stabilisca una presenza umana a lungo termine su Marte, è necessario prendere seriamente in considerazione la terraformazione del pianeta,” hanno scritto Green e altri scienziati in un paper del Novembre 2021 che verrà stampato su Acta Astronautica questo mese. “Uno dei requisiti principali per tale terraformazione è avere la protezione di un campo magnetico planetario che Marte attualmente non ha“.

In un’intervista al New York Times, Green ha analizzato ciò che dovrebbe accadere per intrappolare più calore su Marte, riscaldarne il clima e renderlo abitabile.
Attualmente, il Sole rimuove circa il 90% dell’atmosfera marziana, ma Green ha affermato che se questo processo venisse interrotto, la pressione aumenterebbe e Marte inizierebbe a terraformarsi. Uno dei modi in cui ciò sarebbe possibile, ha spiegato l’esperto, è costruire un gigantesco scudo magnetico che potrebbe essere posizionato tra il Sole e Marte.
Ci sono diversi scenari su come realizzare lo scudo magnetico. Sto cercando di tirare fuori uno studio su cui sto lavorando da circa due anni. Non sarà ben accolto,” ha detto Green. “Alla comunità planetaria non piace l’idea di terraformare qualcosa. Penso però che possiamo cambiare anche Venere, con uno scudo fisico che riflette la luce. Creiamo uno scudo e la temperatura globale inizia a scendere“.

Green ha affermato che il primo passo verso la vita umana su Marte sarebbe portare il clima a un punto in cui “il sangue non ribolle se cammini sulla sua superficie“. L’abbandono delle tute spaziali consentirebbe agli abitanti una maggiore mobilità e il riadattamento climatico permetterebbe alle piante di crescere.
Senza un flusso costante di particelle ad alta energia, l’atmosfera marziana comincerebbe a ricostruirsi nel tempo.

Green ha rivelato per la prima volta il suo piano su Marte nel 2017, durante una presentazione al seminario NASA Planetary Science Vision 2050 presso la sede dell’Agenzia a Washington DC.

“Il Sistema Solare è nostro, prendiamocelo,” ha affermato Green al seminario. “E questo, ovviamente, include Marte. Affinché gli esseri umani possano esplorare Marte, insieme a noi che ci occupiamo di scienze, abbiamo bisogno di un ambiente migliore“.

Schermare Marte dal Sole non solo consentirebbe la rigenerazione dell’atmosfera, ha affermato Green, ma permetterebbe anche all’acqua intrappolata – un elemento essenziale per la vita – di salire sulla superficie del pianeta.

La presentazione di Green ha dimostrato come, in pochi anni, Marte potrebbe avere un campo magnetico “paragonabile a quello della Terra“.
L’aumento della pressione riscalderebbe l’equatore del pianeta e alla fine la calotta polare collasserebbe, consentendo il rilascio di anidride carbonica.
L’anidride carbonica si trasformerebbe in gas e comincerebbe a riempire l’atmosfera, sciogliendo i ghiacci e consentendo il ritorno dei mari.
In appena un paio d’anni, ipotizzava Green, il clima si stabilizzerebbe.
Questa non è terraformazione, come si potrebbe pensare, in cui si cambia artificialmente il clima,” ha affermato Green. “Lo lasciamo fare alla natura, e lo facciamo in base alla fisica che conosciamo oggi“.

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