Una media di riduzione mensile delle portate del 21% (con punte di -25% sulla portata giornaliera nel tratto di Pontelagoscuro, in Provincia di Ferrara); un apporto scarso delle risorse idriche stoccate nei laghi e sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico pari a -42,7% (dato che risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020); e i Grandi Laghi Regolatori, che ad eccezione del Garda, si presentano tutti con volumi invasati inferiori rispetto al periodo: sono i risultati della prima fotografia del 2022 sullo stato idrologico del Grande Fiume, nel Distretto idrografico padano, effettuata dall’Autorità Distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica.
“Pur se i livelli di portata del Po, solitamente, sono spesso bassi nel mese di Gennaio per il lento discioglimento delle nevi invernali, visto il perdurare delle temperature rigide in questa seconda parte del mese – commenta Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po – tali fattori contribuiscono all’attuale magra che può essere un campanello d’allarme in termini di acqua da prelevare in un prossimo futuro per l’agricoltura”.
I giacimenti di risorsa idrica immagazzinati potrebbero così risultare carenti già all’avvio della stagione irrigua che, peraltro, negli ultimi anni è partita sempre più in anticipo proprio a causa della prolungata siccità scaturita dalle conseguenze della situazione climatica. Lo scenario è infatti analogo anche per le risorse stoccate nei laghi: escludendo il Lago di Garda, infatti, tutti gli altri laghi presentano volumi invasati inferiori rispetto al periodo, con afflussi superiori ai deflussi: Como registra -66%, Iseo -33%, mentre nel Lago Maggiore l’ammanco è di 50 milioni di metri cubi, con un’altezza di 4,3 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende: valore, questo, tipico del tardo periodo estivo.