Oggi è l’80° anniversario della nascita di Stephen Hawking, Google lo celebra con un doodle

Google oggi celebra Stephen Hawking, una delle menti scientifiche più influenti della storia
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Il Doodle di Google di oggi celebra una delle menti scientifiche più influenti della storia, il cosmologo, autore e fisico teorico inglese Stephen Hawking.
Dalla collisione dei buchi neri al Big Bang, le sue teorie sulle origini e la meccanica dell’Universo hanno rivoluzionato la fisica moderna mentre i suoi libri più venduti hanno reso la materia ampiamente accessibile a milioni di lettori in tutto il mondo.

Stephen William Hawking è nato in questo giorno nel 1942 a Oxford, in Inghilterra. Affascinato dai misteri dell’Universo sin dalla giovane età, la sua curiosità e il suo intelletto gli valsero il soprannome di “Einstein”. A seguito di una diagnosi di malattia neurodegenerativa a 21 anni, la musica del compositore Richard Wagner e l’amorevole sostegno della sua futura moglie Jane Wilde hanno spinto Hawking a dedicarsi alla fisica, alla matematica e alla cosmologia.

Nel 1965 Hawking ha presentato la sua tesi di dottorato all’Università di Cambridge, “Properties of Expanding Universes”, proponendo la teoria rivoluzionaria secondo cui lo spazio e il tempo hanno origine da una singolarità, un punto sia infinitamente piccolo che denso, meglio noto oggi come la caratteristica chiave dei buchi neri. Quell’anno, Hawking fu accettato come ricercatore presso il Gonville and Caius College di Cambridge, la sua casa accademica per una vita di ricerca. L’ossessione di Hawking per i buchi neri portò alla sua scoperta, avvenuta nel 1974, secondo cui le particelle potevano sfuggire ai buchi neri. Questa teoria, coniata come Radiazione di Hawking, è ampiamente considerata il suo contributo più importante alla fisica.

Nel 1979, il lavoro pionieristico di Hawking sui buchi neri ha spinto Cambridge a nominarlo Lucasian Professor of Mathematics, posizione ricoperta da Isaac Newton nel 1669. La tesi di dottorato di Hawking è stata pubblicata nel 2017 su un sito web dell’Università di Cambridge, che è andato in crash a causa dell’enorme quantità di traffico.

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