Come previsto, un’espulsione di massa coronale (CME) si sta dirigendo verso la Terra: la nube di particelle cariche emessa dal Sole dovrebbe raggiungere il nostro pianeta il 2 Febbraio, il giorno della Candelora.
Il Solar and Heliospheric Observatory della NASA ha catturato la CME mentre lasciava il Sole:
La CME è stato scagliata nello Spazio durante le prime ore del 30 Gennaio da un brillamento solare di classe M1: la grande macchia solare AR2936 è stata la fonte dell’esplosione. Il bagliore è stato di lunga durata (più di 4 ore), quindi ha fornito molta potenza alla CME.
All’arrivo della CME sono possibili tempeste geomagnetiche di classe G2 (ovvero moderata, in una scala di 5 livelli). Durante tali tempeste, le aurore possono spingersi oltre il Circolo Polare Artico, fino agli Stati Uniti, raggiungendo New York, Minnesota e Washington.
La Regione Attiva AR2936
I previsori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) affermano che sussiste una probabilità del 40% di eruzioni solari di classe M oggi, 31 Gennaio, e una probabilità del 10% di eruzioni solari X. La probabile fonte sarebbe proprio la macchia solare AR2936: la Regione Attiva è abbastanza grande da inghiottire il nostro pianeta 5 volte, ed è posizionata al momento di fronte alla Terra, quindi qualsiasi brillamento sarà in grado di produrre effetti geomagnetici.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.