Una CME sfiorerà la Terra, “colpo di striscio” nel fine settimana: potrebbe innescare luminose aurore

Un singolo "colpo di striscio" è previsto il 22 o 23 Gennaio, quando arriverà una CME prodotta il 18 Gennaio
MeteoWeb

I modelli aggiornati dai previsori National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) suggeriscono che una espulsione di massa coronale passerà vicino alla Terra nei prossimi giorni.
Un singolo “colpo di striscio” è previsto il 22 o 23 Gennaio, quando arriverà una CME prodotta il 18 Gennaio, da un brillamento solare classe M1.5. L’impatto potrebbe innescare aurore luminose all’interno del Circolo Polare Artico.

Inoltre, la macchia solare AR2929 ha generato una nuova esplosione il 20 gennaio (06:01 UTC), producendo un potente brillamento solare classe M5.5.
Il Solar Dynamics Observatory della NASA ha registrato l’estremo lampo ultravioletto:

Durante il bagliore, un impulso di raggi X ha ionizzato la parte superiore dell’atmosfera terrestre, provocando un blackout radio a onde corte intorno all’Oceano Indiano. Aviatori, marinai e radioamatori della zona potrebbero aver notato effetti di propagazione insoliti a frequenze inferiori a 30 MHz.

Le nuove immagini in arrivo dal Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) confermano che l’esplosione ha prodotto anche una CME:

La nube di particelle è stata scagliata è appena fuori dalla “zona di attacco” terrestre: si prevede che mancherà il nostro pianeta.
Più interessante è la tempesta di radiazioni: il flare ha accelerato una tempesta di particelle energetiche verso la Terra.
Ecco cos’ha rilevato il coronografo SOHO:

Sono protoni ad alta energia che colpiscono la fotocamera digitale di SOHO. Le stesse particelle hanno anche raggiunto la Terra.

La tempesta di radiazioni è stata relativamente lieve: nessun satellite è stato danneggiato. Tuttavia, molte delle particelle sono state incanalate nelle regioni polari della Terra dal campo magnetico del nostro pianeta, causando un prolungato blackout radio a onde corte intorno all’Artico e (soprattutto) ai circoli antartici.

Cos’è un brillamento solare (o flare)

I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.

Cos’è un’espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.

Cos’è una tempesta geomagnetica

Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.

Il massimo solare del Ciclo Solare 25

Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.

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