Covid, Meluzzi: “il gruppo di controllo di non vaccinati è un pericolo per le aziende farmaceutiche”

Lo psichiatra Meluzzi: "lasciare in circolazione un gruppo di controllo di alcuni milioni di persone non vaccinate con le quali possono essere fatti dei confronti tra 2-3-4 anni è un grande pericolo per le aziende farmaceutiche”
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In Italia, è stato da poco introdotto l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per gli over 50 mentre ad inizio 2020, era già toccato agli operatori sanitari e nel corso dell’anno, con il Green Pass, i vaccini sono stati imposti praticamente a tutti. In Italia, c’è una parte di popolazione, il 10% circa, che non è ancora vaccinato.

“Lasciare in circolazione un gruppo di controllo di alcuni milioni di persone non vaccinate con le quali possono essere fatti dei confronti tra 2-3-4 anni, soprattutto quando si arriverà alla quinta-sesta-settima somministrazione, è un grande pericolo per le aziende farmaceutiche. Lo ha detto lo psichiatra e psicoterapeuta Alessandro Meluzzi a Radio Radio, parlando dei vaccini anti-Covid e del cosiddetto gruppo di controllo, che in futuro potrebbe permettere di stabilire l’incidenza di tutta una serie di patologie, mettendo a confronto persone vaccinate e persone non vaccinate.

Il vero problema non è il confronto su come si ammalano o guariscono dal Covid i vaccinati e i non vaccinati, ma è “l’incidenza delle grandi patologie legate al sistema immunitario. E questo lo si potrà vedere soltanto nel corso di anni”, continua Meluzzi. “Per questo non potranno lasciare in circolazione e in libertà questo gruppo di controllo in Italia, non lo potranno consentire perché è per loro un pericolo finanziario, assicurativo troppo alto”, ha detto lo psichiatra. Secondo Meluzzi, gli obblighi vaccinali imposti in Italia si spiegano solo così, con la necessità di “azzerare il gruppo di controllo”.

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