Lontano da quelli che sono i soliti itinerari turistici della Thailandia si trova il Wat Samphran, meglio conosciuto in occidente come il Tempio del Dragone, che con la sua architettura sembra provenire da un mondo fantastico o una graphic novel.
Questa torre circolare di 80 metri dal colore rosa, infatti, è avvolta da un magnifico drago in fibra di vetro che cela al suo interno una scala.
Per i buddhisti compiere la scalata equivale a percorrere metaforicamente il percorso verso il Paradiso, ma non è solo questo il simbolismo di cui questo tempio di avvale per catturare l’attenzione e la fede dei suoi visitatori.
Il Tempio del Dragone
Wat Samphran è un tempio buddhista che si trova lontano dalle classiche tappe turistiche, tanto che non è neppure menzionato sulla maggior parte delle guide turistiche thailandesi. Tuttavia, da qualche tempo, complici i mezzi di divulgazione su internet, il flusso turistico pare in aumento e il tempio inizia ad essere maggiormente conosciuto.
Il Tempio del Dragone si trova a Sam Phran, nel distretto omonimo, e si colloca nella provincia di Nakhon Pathom, nella periferia occidentale della capitale Bangkok. Si può entrare gratuitamente tutti i giorni dalle 6 del mattino sino alle 18 della sera, ma coloro che ne hanno la possibilità lasciano una donazione dalla cifra volontaria in aiuto alle spese di manutenzione di questo particolarissimo edificio.
Quello che davvero sorprende di Wat Samphran è la sua architettura che sembra piuttosto un edificio di un parco divertimenti: si tratta di un’alta torre rosa di forma cilindrica e dal colore rosa acceso intorno alla quale è avvinghiato a spirale un drago verde e rosso che dalla base giunge sino alla cima del tempio.
Al suo interno i monaci si muovono tra le moltissime sculture sacre ed è a tutti gli effetti vissuto con tutte le attività quotidiane di un luogo di culto. Il drago è stato realizzato in fibra di vetro e ferro e tra le sue spire accoglie una lunga scalinata; la torre invece è alta 80 metri e consta di 17 piani.
Il drago riproduce le fattezze di un tipico drago giapponese, una figura simbolica molto importante nella mitologia orientale, i cui dettagli sono curati nei minimi particolari, come le zampe o le scaglie del manto. Il suo colore è di un vivo verde smeraldo con inserti dorati che si estendono sino al capo dell’animale dipinto di rosso e oro.
Alla base del Tempio del Dragone si apre un giardino adorno di sculture animali come delfini e draghi e una imponente statua del Buddha che introduce il visitatore al luogo sacro.
La storia di Wat Samphran
Anche la storia del tempio di Wat Samphran contribuisce all’atmosfera irreale del luogo poiché è anch’essa avvolta nel mistero: infatti, non si hanno notizie in merito al costruttore del tempio e perdute nella memoria sono anche le date di inizio dei lavori di costruzione del Tempio del Dragone, nonostante si tratti di una struttura piuttosto recente.
Le notizie che circolano riguardo un certo Bhavana Buddho che fece costruire il tempio intorno al 1980. Si trattava di una figura controversa, che fu associata anche a uno scandalo relativo a una setta di seguaci che lo veneravano come una figura mistica.
Fatto sta che il tempio sorse in relazione all’opera di proselitismo di questo sedicente santo, ma da allora la struttura è andata incontro a una inesorabile decadenza.
Solo la dedizione dei monaci rimasti è riuscita a proteggerla dal totale abbandono e ora si avvale dell’aiuto dei turisti per il contributo economico alla manutenzione che viene portata avanti da un gruppo di monaci che vivono negli ultimi piani della torre.
Tuttavia, anche questa notizia rimane avvolta da un mistero, poiché persino le guide del luogo non si esprimono sulla presenza dei monaci all’interno della struttura.
Le leggende del Tempio del Dragone
Tutto in questo luogo contribuisce ad alimentare il mistero che vi alleggia intorno, comprese le leggende che sono sorte sul Tempio del Dragone.
Pare che chi visiti Wat Samphran debba procedere con azioni ben precise: si deve ad esempio toccare la coda del drago, gettare una moneta nel “vaso della felicità” e colpire il gong presente nel tempio.
In particolare, lanciando una moneta nel vaso posizionato all’interno della coda del drago è possibile ottenere la felicità per tutto l’anno venturo; piccolo gesto di superstizione che contribuisce ad avvicinare fedeli e turisti al luogo e suscitare ancora più fascino di quanto già non ne esista intorno alla spettacolare struttura templare.
Sebbene queste siano piccole gestualità legate al turismo, esistono delle precise simbologie legate più strettamente al mondo religioso: il drago, ad esempio, è rappresentato con la testa rivolta verso l’alto poiché in tal modo costituisce una sorta di scala che consente di ascendere alle regioni del Paradiso.
La struttura, inoltre, allude alle Quattro Nobili Verità della religione buddhista: cioè il dolore, l’origine del dolore, la cessazione del dolore e la strada che porta alla fine del dolore.
Chiunque si rechi alla torre di Wat Samphran può decidere di attraversare l’interno del drago e compiere questo lunghissimo percorso di ascesa all’interno del suo corpo fino a uscir fuori simbolicamente dalle fauci del dragone.
Tuttavia, chi preferisce ammirare il panorama dalla terrazza posta in cima all’edificio può semplicemente scegliere di prendere l’ascensore, perdendo però tutto il valore simbolico della scalata.
La forma stessa del complesso, infine, non è rigidamente ancorata a delle precise prescrizioni architettoniche perché le leggende che fioriscono in Oriente sulla figura del Buddha, sono tali da comprendere qualunque manifestazione esteriore del culto, purché celebrino la grandezza della sua figura.