Mentre in Ucraina i militari combattono per conquistare il territorio come un secolo fa, Anonymous ha scatenato il cyber-attacco più grande della storia contro la Russia e ha mandato in tilt i principali siti governativi di Mosca, Cremlino e ministero della Difesa compresi. Oggi pomeriggio l’Agenzia spaziale russa Roscosmos ha denunciato di aver subito un attacco hacker di tipo DdoS da Leopoli, aggiungendo che l’attacco è stato effettuato “utilizzando una rete di bot dislocati su server in diversi Paesi del mondo“. Secondo quanto dichiarato dall’Agenzia, “i tecnici sono in grado di identificare l’autore dell’attacco“. I dati sono quindi stati trasferiti alle autorità competenti.
Pochi minuti fa Anonymous ha rivendicato l’attacco, mentre secondo numerosi media, inoltre su alcune tv russe hackerate sarebbero andate in onda canzoni tipiche dell’Ucraina. Ma l’offensiva del collettivo internazionale ha preso di mira anche quello che chiamano il “fantoccio di Putin“, ossia il “dittatore ceceno Kadyrov“. “Ha preso la decisione di affiancare le forze cecene in Ucraina – si legge in un messaggio di Anonymous -. Per questo abbiamo mandato offline il sito della Repubblica cecena“. “Anonymous – continua il collettivo – rispetta il popolo russo che manifesta contro il loro governo. Voi siete noi e noi siamo voi! Anonymous rispetta i liberi combattenti dell’Ucraina! Voi siete noi e noi siamo voi!“. Decisioni importanti nei confronti della Russia sono state prese anche dai principali social network. Twitter ha bloccato la possibilità di registrare nuovi account russi mentre Facebook e Instagram, invece, hanno cominciato a identificare, con apposite segnalazioni, i profili che sono considerati di propaganda. Provando, per esempio, a consultare la pagina dell’agenzia di stampa russa Tass, compare un messaggio che avverte l’utente: “Contenuti multimediali controllati dal seguente stati: Russia“. L’Australia, invece, ha deciso di sospendere le trasmissioni nel proprio Paese di Russia Today, il canale all-news di Mosca. Il ministro della Cultura ucraina, infine, ha pubblicato una lettera inviata a Youtube in cui chiede sostegno per bloccare fake news e propaganda del governo russo.