Finito lo psicodramma provocato dalla “quarta ondata” che ha fatto piombare nel panico i profeti italiani che invece avevano garantito che “con il green pass avremo la garanzia di trovarci tra persone non contagiose” e quindi che “grazie ai vaccini non avremmo avuto altre ondate epidemiologiche“, adesso torna insistente la teoria secondo cui è proprio “grazie a vaccini e green pass” che stiamo uscendo da quell’ondata che invece vaccini e green pass avrebbero dovuto evitare! Così, seppur in modo più timido rispetto allo scorso autunno, politici e opinionisti più o meno ignoranti in materia scientifica, tornano a sostenere tesi strampalate sul “vaccino che comunque riduce il contagio“. Non possono più dire “evita“, e quindi adesso la nuova narrazione per allocchi prevede la “riduzione” del contagio. Ma è davvero così? E in quanto consiste questa riduzione?
Pochi mesi fa, quando in Italia il Governo e i principali media martellavano la “totale garanzia di non contagiarsi” per i vaccinati che “raramente possono anche contagiarsi, ma con una carica virale inferiore“, persino Anthony Fauci smentiva i nostri propagandisti: “i vaccinati possono contagiarsi allo stesso modo dei non vaccinati, e hanno la stessa carica virale dei non vaccinati“. Poi in due mesi abbiamo avuto oltre 3 milioni di vaccinati positivi, decine di migliaia di loro ricoverati in ospedale e purtroppo oltre 6.000 sono anche morti, quindi pensavamo che di fronte all’evidenza nessuno avrebbe potuto smentire la realtà. E invece siamo di nuovo qui, a sentire che “l’ondata sta finendo grazie ai vaccini” (come se nei Paesi con pochi vaccinati continuasse all’infinito!) e che “il vaccino funziona anche per ridurre il contagio“.
Per capire davvero come stanno le cose, basterebbe consultare l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato ieri: nella tabella n. 5 pubblicata a pagina 28, gli esperti dell’organo del Ministero della Salute, e quindi del Governo, evidenziano quale sia il rischio di contagio dei non vaccinati in rapporto ai vaccinati. Ebbene, il rischio di contagio per un non vaccinato è appena 2 volte superiore a quello di un vaccinato, una differenza minima che tra l’altro in termini sociali bisogna parametrare sul numero di vaccinati (più del 90% degli italiani) e non vaccinati (10% scarsi), da cui risulta molto chiaro quanto non siano assolutamente i non vaccinati ad alimentare la diffusione del contagio. In barba ad ogni tipo di racconto ideologico che non ha nulla a che vedere con la scienza.