La Luna è destinata ad avere presto un nuovo cratere e a provocarlo sarà un grosso detrito spaziale derivato da un razzo Falcon 9 di SpaceX, lanciato nel 2015. “Sarà la prima volta che un elemento di detrito creato dall’uomo raggiunge involontariamente il nostro satellite naturale“, ha spiegato oggi l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), rendendo note le stime del momento in cui avverrà tale impatto.
“Stime pubbliche credibili – riferisce l’ESA – prevedono l’impatto con la Luna il 4 marzo alle 12:25:39 UTC in un punto sul lato opposto della luna vicino all’equatore. Le osservazioni di follow-up dovrebbero affinare l’accuratezza delle previsioni, ma si prevede che attualmente lo stadio superiore di circa 3 tonnellate, 15 metri di lunghezza e 3 metri di larghezza colpirà a una velocità di circa 2,58 chilometri al secondo” la superficie lunare.
L’ESA osserva che “l’Ariane 5 europeo, che ha recentemente posizionato il James Webb Space Telescope nel suo punto di osservazione, ha volato su una traiettoria speculare a quella del Falcon 9 ma la buona notizia è che il suo stadio superiore è già sfuggito ad un destino paragonabile, grazie a una manovra appositamente sviluppata e qualificata” per evitare un impatto.
“Utilizziamo le osservazioni telescopiche per individuare le orbite, principalmente di oggetti naturali nello spazio circostante la Terra. Di tanto in tanto, raccogliamo anche oggetti artificiali lontani dalla Terra, come i resti di veicoli spaziali per l’esplorazione lunare e gli oggetti che ritornano dai punti di Lagrange“, riferisce Detlef Koschny, a capo dell’Ufficio per la difesa planetaria dell’ESA. L’Agenzia Spaziale Europea rileva che “non esistono al momento linee guida chiare per regolamentare lo smaltimento a fine vita dei veicoli spaziali o degli stadi superiori esauriti inviati ai punti di Lagrange” per chi porta velivoli in volo nello spazio.
“Potenzialmente schiantarsi sulla Luna o tornare e bruciare nell’atmosfera terrestre sono state finora le opzioni predefinite più semplici”, afferma l’ESA. “L’imminente impatto lunare del Falcon 9 mostra bene la necessità di un regime di regolamentazione completo nello spazio, non solo per le orbite economicamente cruciali intorno alla Terra, ma anche per la Luna. Ci vorrebbe il consenso internazionale per stabilire normative efficaci ma l’Europa può sicuramente fare da apripista“, afferma Holger Krag, capo del programma di sicurezza spaziale dell’ESA.
Intanto l’agenzia sottolinea che “tutti i lanciatori sviluppati dall’ESA nell’ultimo decennio – Vega, Ariane 6 e Vega C – incorporano una capacità di riaccensione che garantisce il ritorno sicuro sulla Terra per il burn-up atmosferico dei loro stadi superiori”.