L’ASI, Agenzia Spaziale Italiana ospita da oggi fino all’11 febbraio 2022, la seconda edizione del Congresso della Space Weather Italian Community.
Il Congresso nasce come punto di incontro per affrontare tematiche quanto mai attuali. Il Gruppo Nazionale Space Weather (Space Weather Italian Community, SWICo), costituito Il 31 ottobre 2014, vede la partecipazione di docenti, ricercatori e tecnologi di varie Università, dei maggiori Enti di Ricerca (INGV, INAF, INFN, CNR), dell’ASI e di rappresentanti di industrie e servizi italiani.
Obiettivo primario del gruppo SWICo è la valorizzazione delle notevoli competenze italiane nel campo della Meteorologia Spaziale, disciplina che, a partire dallo studio della fisica di base delle Relazioni Sole-Terra, si occupa di studiare e prevedere le perturbazioni spaziali originate dal Sole ed i loro effetti sui sistemi tecnologici nello Spazio ed a terra e sugli organismi viventi, trasferendo quindi le conoscenze scientifiche di base ad un ambito più propriamente tecnologico e sociale di pubblica utilità.
Tempeste spaziali di forte intensità possono infatti mettere a rischio le attività spaziali ed i voli aerei in rotte polari, danneggiare satelliti, perturbare le comunicazioni radio, rendere imprecisa la localizzazione GNSS e provocare interruzioni dell’energia elettrica: una complessa varietà di fenomeni determinata dalle condizioni meteorologiche dello spazio (Space Weather). L’impatto economico di un evento di Space Weather si valuta oggi dell’ordine delle centinaia di miliardi di euro con tempi di ripristino di alcuni servizi assai lunghi.
Tutte le grandi organizzazioni scientifiche internazionali, come ad esempio il COSPAR (Committee on Space Research) e la WMO (World Meteorological Organisation), e le agenzie spaziali come NASA (USA), ESA (EU), CNSA (PRC), JAXA (JP), DLR (D), e quella italiana (ASI) considerano lo studio dello Space Weather un aspetto chiave per le attività spaziali e per le possibili ricadute sulla società. In tale contesto il Gruppo Nazionale SWICo mette a disposizione le proprie competenze di concerto con le istituzioni di appartenenza e con le realtà industriali, sfruttando anche le strumentazioni e infrastrutture osservative già operanti in Italia.
“Blackout, interruzioni nelle comunicazioni, traffico aereo in tilt, animali e navigatori che perdono la bussola, satelliti fuori uso, pericoli per gli astronauti: le tempeste solari sono sempre esistite, ma oggi il loro impatto sulla nostra società tecnologica può essere devastante. La giovane disciplina denominata Space weather, meteorologia spaziale, studia proprio le conseguenze dell’attività solare sul nostro pianeta. Tra aurore polari, tempeste magnetiche e possibili ripercussioni su milioni di persone – ha affermato il Prof. Umberto Villante, Presidente SWICo e Professore emerito del Dipartimento Scienze Fisiche e Chimiche, Università degli Studi di L’Aquila – dobbiamo oggi chiederci che tempo farà sul Sole domani”.
“Sappiamo che forti esplosioni, brillamenti – o flare – e espulsioni di massa coronale, si producono con una certa frequenza sulla nostra stella. Sappiamo anche, da fonti storiche o dallo studio di particolari segnali negli anelli degli alberi, che eventi estremamente più potenti e potenzialmente catastrofici per la nostra società altamente tecnologica si sono verificati in passato con cadenze di secoli o millenni,” ha affermato il prof. Francesco Berrilli del gruppo di Fisica Solare e Spaziale dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
“Lo space weather è un settore profondamente interdisciplinare, che richiede strumenti molto diversi per poter descrivere i differenti fenomeni connessi“, ha dichiarato Luca Giovannelli, ricercatore del gruppo di Fisica Solare e Spaziale dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
“Per prevedere le tempeste solari e seguirle lungo il loro corso verso la Terra è necessario misurare i campi magnetici presenti sul Sole, misurare densità e velocità del plasma eiettato dalla corona durante le eruzioni, misurare nello spazio vicino alla Terra l’intensità del campo magnetico e la quantità di particelle e fotoni energetici in arrivo dal Sole. L’Italia è all’avanguardia in tutti questi settori con competenze nelle università e nei centri di ricerca, riuniti nella Space Weather Italian COmmunity (SWICo), e sta sviluppando nuovi strumenti per monitorare il Sole, dalla Terra e dallo Spazio. Tor Vergata è leader della collaborazione internazionale per lo strumento The Tor Vergata Synoptic Solar Telescope (TSST), che sarè in grado di misurare i campi magnetici a diverse quote nell’atmosfera del Sole. Siamo inoltre attivi nell’emergente campo dei nanosatelliti per il monitoraggio del Sole con i recenti progetti SEE (Agenzia Spaziale Italiana – ASI) e SunCUTE (Agenzia Spaziale Europea – ESA)“, ha concluso Giovannelli che è inoltre PI del TSST e project manager di SEE.