Il detrito spaziale destinato a colpire la Luna il 4 marzo potrebbe non essere lo stadio superiore del Falcon 9 di SpaceX, come previsto da molti esperti nelle scorse settimane.
L’astronomo accreditato per la scoperta del prossimo impatto, Bill Gray, ha annunciato sabato 12 febbraio di avere commesso un errore nell’identificare l’oggetto come un vecchio stadio del razzo SpaceX, che lanciato il satellite Deep Space Climate Observatory nel 2015.
Piuttosto, Gray ha suggerito che lo stadio potrebbe fare parte di un razzo Long March 3C che ha lanciato la missione cinese Chang’e 5-T1 nell’ottobre 2014: la sonda è stata un predecessore di Chang’e 5, la missione del 2020 che ha effettuato la raccolta di un campione lunare e lo ha inviato a terra.
Gray gestisce il software Project Pluto utilizzato per monitorare oggetti “near-Earth”, e ha inserito un avviso di correzione sul suo sito web sabato, dopo avere ricevuto una nota da un ingegnere del Jet Propulsion Laboratory della NASA, Jon Giorgini.
Giorgini “ha scritto a Gray sabato mattina spiegando che la traiettoria del veicolo spaziale DSCOVR non si è avvicinata particolarmente alla Luna, e che quindi sarebbe un po’ strano se il secondo stadio si allontanasse abbastanza da colpirla,” ha scritto Eric Berger su Ars Technica, che ha segnalato per la prima volta il booster alla deriva tre settimane fa.
Lo stadio del razzo, indipendentemente dalla sua storia, dovrebbe comunque schiantarsi contro il lato opposto della Luna il 4 marzo alle 13:25 ora italiana e non sarà visibile dalla Terra. Tuttavia, Gray ha spiegato sul suo sito web perché crede di aver commesso un errore nell’identificazione.
“Spinto dall’e-mail di Jon, ho cercato nei miei archivi di posta elettronica per ricordare a me stesso perché avevo originariamente identificato l’oggetto come lo stadio DSCOVR, 7 anni fa. L’ho fatto con piena fiducia, per dimostrare che l’oggetto era, infatti, il secondo stadio DSCOVR,” ha scritto Gray nel suo aggiornamento.
Grey ha usato i dati del Catalina Sky Survey, che di solito tiene traccia di oggetti near-Earth per valutare le minacce alla Terra. Catalina ha scoperto un oggetto circa un mese dopo il lancio di DSCOVR, designato WE0913A, inizialmente ritenuto un oggetto naturale.
“Poco dopo, un astronomo in Brasile ha notato in un newsgroup che l’oggetto era in orbita attorno alla Terra, non al Sole, suggerendo che poteva essere un oggetto di fabbricazione umana,” ha detto Gray. Dopo una conversazione con l’astronomo, Gray e altri ricercatori hanno scoperto che WE0913A era passato oltre la Luna due giorni dopo il lancio di DSCOVR.
“Io e altri siamo giunti ad accettare l’identificazione con il secondo stadio di Falcon 9 come corretta. L’oggetto aveva più o meno la luminosità che ci aspettavamo, si era mostrato all’ora prevista e si era mosso in un’orbita ragionevole,” ha continuato Gray, ma ha sottolineato che le prove erano “circostanziali” piuttosto che completamente conclusive.
“Con il senno di poi,” ha proseguito Gray, “avrei dovuto notare alcune cose strane sull’orbita di WE0913A. Supponendo l’assenza di manovre, avrebbe dovuto trovarsi in un’orbita alquanto strana attorno alla Terra prima del sorvolo lunare. Nel suo punto più alto, avrebbe dovuto essere vicino l’orbita della Luna; al suo punto più basso (perigeo), a circa un terzo di quella distanza. Mi sarei aspettato che il perigeo fosse vicino alla superficie terrestre. Il perigeo sembrava piuttosto alto“.
All’inizio Gray pensava che queste variazioni potessero essere dovute alla fuoriuscita di carburante avanzato, molto comune nei vecchi stadi di razzi. Detto questo, un tale cambiamento nella traiettoria di DISCOVR avrebbe richiesto una quantità insolita di carburante, sebbene comunque possibile.
“All’epoca non avevo una traiettoria per DSCOVR e il sorvolo lunare sembrava abbastanza plausibile, poiché i veicoli spaziali usano spesso un sorvolo lunare per regolare le loro orbite,” ha spiegato Gray. Dopo avere ricevuto l’e-mail, ha cercato nei registri un oggetto lanciato non molto prima di marzo 2015, in una “orbita alta che supera la Luna” che pochi veicoli spaziali riescono a raggiungere.
Ciò lo ha portato a Chang’e 5 T1: le prove non sono ancora del tutto conclusive e si basano sulla proiezione della sua orbita nel tempo, ma una maggiore affidabilità arriva da Jonathan McDowell, un astrofisico dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics che tiene traccia di oggetti e spazzatura spaziale.
“McDowell ha inviato elementi orbitali di un cubesat ‘compagno di viaggio’ del booster, ed è una corrispondenza molto stretta,” ha spiegato Gray. “In un certo senso, questa rimane una prova ‘circostanziale’, ma la considererei una prova abbastanza convincente“.
The rocket booster that is going to impact the Moon on March 4 is from the Chang’e 5-T1 lunar mission, not DSCOVR.
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