Non è facile stilare una lista delle montagne più belle del mondo, alcune entrano di diritto nell’elenco per fama e record come il nostro Monte Bianco che è la vetta più alta d’Europa, il Kilimangiaro, la montagna dalle nevi perenni all’equatore o l’Everest, che rappresenta il celebre “tetto del mondo”.
Altre montagne, tuttavia, si guadagnano un posto per l’iconicità e la bellezza come il Monte Fuji o il Cervino; altre ancora, invece, sono meno note ma rappresentano spettacoli mozzafiato che iniziano a essere più conosciuti proprio per la loro suggestiva presenta come: le Tre Cime di Lavaredo, in Trentino; Vinicunca, la Montagna Arcobaleno del Perù o la montagna dalla cima piatta del Venezuela che prende il nome di Monte Roraima.
Il Cervino: la “montagna delle montagne”
A contendersi quella che viene definita la “montagna delle montagne” sono l’Italia e la Svizzera, poiché il Cervino si colloca lungo il confine tra i due paesi. In tedesco il monte assume il nome di Matterhorn ed è il simbolo della Svizzera.
La sua forma inconfondibile a piramide la rende inconfondibile e spettacolare da ogni angolazione dalla quale si abbia la fortuna di osservare questa montagna situata nelle Alpi Occidentali e ne fa una delle montagne più riconoscibili e fotografate del mondo.
I suoi 4.478 metri ne fanno la terza vetta italiana per altitudine e a lungo è stata una delle montagne più difficili da scalare. La prima ascesa, infatti, fu compiuta nel 1865 da parte di Edward Whymper, Lord Francis Douglas, Charles Hudson, Douglas Hadow, Michel Croz e due guide di Zermatt, in Svizzera, nel Canton Vallese.
Monte Bianco, orgoglio italiano
L’ultima misura ufficiale del Monte Bianco, risalente al 2017, è di 4.808,72 metri e la catena di montagne del quale fa parte si estende per una superficie di 645 chilometri quadrati.
La cima più alta d’Europa rappresenta l’orgoglio nazionale italiano anche perché è il simbolo dell’alpinismo mondiale, infatti, fu nel lontano 1786 che gli scalatori Balmat e Piccard tentarono e riuscirono nella prima scalata alla cima del Monte Bianco con mezzi che oggi ci appaiono davvero impossibili.
Le Tre Cime di Lavaredo
I tre obelischi rocciosi, dalla forma di 3 dita che puntano verso il cielo fanno parte delle Dolomiti, sono composti di roccia calcarea e raggiungono l’altezza di 2.857 metri nella Cima piccola, 2.973 metri nella Cima ovest e 2.999 metri nella Cima Grande. Tutte sono storicamente importanti e raggiungibili con facilità, tanto che attraggono da sempre scalatori e alpinisti, ma negli ultimi anni anche free climber amatoriali e amanti dell’arrampicata sportiva.
Everest, la regina delle montagne
La sua vetta fu conquistata per la prima volta nel 1953 da Edmund Hillary, il neozelandese che con l’ausilio dello sherpa Tenzing Norgay riuscì ad arrivare là dove nessun uomo era mai giunto prima. Mentre la prima ascensione senza l’ausilio di bombole d’ossigeno spetta al nostro Reinhold Messner.
Il Monte Fuji, il vulcano sacro del Giappone
Il Fuji ha eruttato molte volte nel corso dei secoli, ma sebbene dal 1707 sia in stato di quiescenza è una testimonianza evidente della natura vulcanica del Giappone.
Il diametro del cratere è di circa mezzo chilometro e vi sono 8 creste, dake, sorgenti di neve sciolta (in cui i visitatori si immergono per purificarsi) e lungo il percorso per arrivare sulla sommità si incontrano numerosi santuari che accolgono le preghiere dei fedeli.
Questo sacro vulcano si trova nella piana del Kanto e con i suoi 3776 metri rappresenta la vetta più alta del Paese, che l’ha fatto divenire nell’immaginario popolare la dimora degli dèi. Infatti, ancora oggi questo monte sacro è meta di pellegrinaggio per i fedeli del culto shintoista che si inerpicano sulla cima per assistere all’apparizione della dea del sole.
Oggi il Monte Fuji fa parte del Parco nazionale Fuji Hakone Izu che fu istituito nel 1936 e comprende oltre alla montagna sacra del Giappone anche la regione dei cinque laghi, la penisola di Izu e la città termale di Hakone.
Il Monte Fuji, la “montagna sacra” del Giappone
Le nevi perenni all’equatore del Kilimangiaro
La caratteristica forma a punta conica della vetta del Kilimangiaro è ricoperta dai ghiacci perenni del Ghiacciaio di Rebmann e la sua conquista avvenne per la prima volta nel 1889.
Oggi si trova all’interno del Kilimangiaro National Park, un’area che è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’umanità già nel 1987 e il significato del suo nome dovrebbe essere, secondo alcune interpretazioni della lingua swahili, “piccola montagna splendente”. Secondo altre teorie, invece, la parola Kilimangiaro deriverebbe dalla lingua chagga (popolo che abita le pendici della montagna) e significherebbe “viaggio impossibile”.
Vinicunca, la Montagna Arcobaleno del Perù
Milioni di anni fa si sono depositati in questo luogo una serie di materiali come: ferro, zolfo, rame, dolomite ed ematite che oggi creano questo straordinario effetto.
Questi colori naturali dovuti alla composizione di minerali che si sono depositati sulle pareti della montagna hanno una storia millenaria poiché questi si sono sovrapposti a seguito della collisione delle placche tettoniche.
Si tratta dunque di un maestoso paesaggio variopinto che solo da circa 40 anni è possibile ammirare poiché prima era rimasto coperto dalle nevi perenni. Tuttavia, non si tratta di un’esperienza semplice poiché l’altitudine e la difficoltà per arrivare alla montagna richiedono fatica e la presenza di una guida esperta.
Vinicunca, la Montagna Arcobaleno del Perù
Monte Roraima: la misteriosa vetta del Venezuela
Il fascino del luogo era già conosciuto in epoca vittoriana, tanto che il celebre scrittore Arthur Conan Doyle immaginò nel suo “Il mondo perduto” che qui fossero riusciti a sopravvivere addirittura i dinosauri. Non si allontanò poi di molto dalla verità perché le caratteristiche del luogo e l’isolamento prolungato hanno generato uno scrigno di biodiversità che oggi viene tutelato dal Parco Nazionale dei Canaima.
Il Monte Roraima è detto anche Tepuy di Roraima o Cerro Roraima e dalla lingua Pemon si traduce con “cima verde”, la sua peculiarità sta proprio nella punta dalla forma anomala, diversa da come siamo abituati a immaginare la cima di una montagna perché è completamente una cima piatta nei suoi 31 chilometri quadrati.