Previsioni Meteo: anticiclone “asso piglia tutto”! Inverno compromesso?

Previsioni Meteo: prospettive di un'ultima parte invernale più movimentata. Le ultimissime sul prosieguo stagionale
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Abbiamo più volte rilevato, nelle nostre considerazioni sull’andamento stagionale, i due protagonisti sostanziali del tempo in questa stagione a scala euro-atlantica: l’anticiclone da una parte, piuttosto pimpante, sebbene abbastanza dinamico, e un flusso sub-polare-artico, altrettanto vivace, dall’altra. Una conseguenza più diretta dello scontro tra questi due protagonisti barici, è stata un’azione meridiana della circolazione, ossia  una circolazione prevalentemente Nord/Sud. Di conseguenza,  essendo prevalse le correnti settentrionali, la componente termica nella prima parte invernale è stata più o meno in linea con l’andamento stagionale. Su alcune regioni, anzi, specie su quelle centro-meridionali, si è registrato un andamento termico anche un po’ sotto la media; solo localmente, essenzialmente sull’alto Tirreno e sui settori alpini, le temperature sono state un po’ più miti rispetto alla norma.

Baricamente, però, vi è già stata una certa predominanza dell’alta pressione, sebbene essa abbia concesso qualche spazio a infiltrazioni di aria più fredda, soprattutto verso le regioni centro-meridionali. Di conseguenza, anche l’aspetto precipitazioni si è mostrato in prevalenza sotto la media. In questa fase stiamo al giro di boa dell’inverno astronomico che ha alle spalle circa la metà o un po’ meno e che ha di fronte, fino al 20 marzo, un’altra metà o un po’ di più. Quale potrebbe essere, dunque, l’evoluzione per la seconda parte stagionale sulla base degli ultimissimi dati? Nell’indagine sui possibili elementi indicativi circa il prosieguo stagionale, ci sarebbe da interpretare un dato che probabilmente sino a oggi si è tinto di incertezza, ma che, sulla base di dati più recenti, ha acquistato maggiore chiarezza: ci riferiamo al cosiddetto NAM, ossia North Annular Mode. Esso è un indice descrittivo molto importante in chiave invernale, poiché monitora la pressione e la temperatura a tutte le quote a scala emisferica.

Da questo indice provengono indicazioni importanti in riferimento alla differenza di pressione tra le medie e alte latitudini e in riferimento all’andamento termico nella Stratosfera, parte medio-bassa dell’atmosfera, sopra la Troposfera. In particolare, dalle informazioni termiche stratosferiche, si può dedurre il possibile andamento futuro del tempo, convenzionalmente in base allo sfondamento di due soglie numeriche: la soglia di -3 e +1,5, rappresentanti la prima un processo di riscaldamento stratosferico, la seconda un processo di raffreddamento ( i segni – e +  hanno altro significato, non rappresentano valori termici). Se in Stratosfera, più precisamente alla quota di 10 hpa, circa 30.000 m, l’indice mostra il raggiungimento della soglia -3, vuole dire che sono in atto riscaldamenti importanti a quella quota e che il Vortice Polare stratosferico può andare in crisi nei successivi 40/60 giorni dal raggiungimento della soglia, quindi può spezzarsi o assumere forme più ellittiche che circolari, e favorire discese di aria fredda verso le medie e basse latitudini; se l’indice mostra il raggiungimento della soglia +1,5, con buona probabilità il Vortice Polare stratosferico è fortemente freddo e può tendere a rafforzarsi e a chiudersi, inibendo discese di aria fredda verso le medie e basse latitudini nei successivi 40/60 giorni dal raggiungimento della soglia. Dunque, nel corso di questa stagione vi è stato un momento dubbio, intorno alla prima metà di dicembre, in cui potrebbe esserci stato un buon raffreddamento stratosferico e potrebbe essere stata toccata la soglia di 1,5 ( grafico immagine interna, rettangoli 3 e 4 in giallo) anche se lo sconfinamento, dai dati, non è apparso  netto e chiaro. Tuttavia, in termini pratici, la circolazione si è comportata alla stregua come se la soglia fosse stata raggiunta, tant’è che si è avuto un anticiclone piuttosto presente alle medie-basse latitudini, specie euro-atlantiche, per quasi tutto gennaio, frutto di una spinta zonale abbastanza sostenuta. Più chiaro e netto, invece, è apparso lo sfondamento della medesima soglia tra il 10 gennaio e il 20 e, ancora più nitida, in questi ultimi giorni ( grafico immagine interna, rettangoli in giallo 1-2) . Convenzionalmente, se lo sfondamento di una soglia è stato già raggiunto prima, un secondo sfondamento potrebbe incidere poco sui tempi di risonanza, in termini di condizionamento anche sulla circolazione troposferica. Alla luce di queste analisi, il prosieguo stagionale potrebbe avere due fasi di sblocco, in riferimento all’ingerenza dell’alta pressione: una prima fase intorno a metà febbraio, quando si compirebbero i 60 giorni dal possibile, ipotetico (non chiaro) primo sfondamento della soglia negativa accorso nella prima metà di dicembre; una seconda fase di possibile sblocco potrebbe accorrere nella terza decade di febbraio o dai primi di marzo, quando si compirebbero almeno 40 giorni dal secondo sfondamento della soglia negativa accorsa tra il 10 e il 20 gennaio. Dunque, le possibilità per un cambiamento del tempo, nel senso di minore ingerenza anticiclonica e, magari, più ingerenza fredda artica-continentale o anche atlantica favorevole a più piogge e più perturbazioni, potrebbero arrivare dalla metà di febbraio o verso fine febbraio e i primi di marzo. Prospettive, dunque, di possibili condizioni invernali e magari anche protratte per diversi giorni, nell’ultima parte della stagione. Non sembrerebbe, allo stato attuale dei dati, che grossi cambiamenti nella circolazione possono accadere prima della metà di febbraio, ipotizzandosi, quindi, altri 10/15 giorni di efficace ingerenza dell’alta pressione, anche verso il Mediterraneo centrale e l’Italia, alla stregua di una circolazione media come quella rappresentata nell’immagine in evidenza.

La redazione di MeteoWeb seguirà costantemente l’evoluzione del tempo nel medio-lungo periodo apportando quotidiani aggiornamenti.

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