Detrito spaziale SpaceX si schianterà sulla Luna, l’esperto a MeteoWeb: “l’impatto formerà un cratere di 20 metri”

Il secondo stadio di un razzo Falcon 9 SpaceX impatterà sulla Luna il 4 marzo, ma il nostro satellite "ha visto di peggio". Intervista al ricercatore INAF Albino Carbognani
MeteoWeb

Tra meno di un mese la Luna avrà un nuovo cratere: non sarà creato da un asteroide, ma dallo stadio superiore del razzo Falcon 9 di SpaceX, in rotta di collisione con il nostro satellite dopo aver trascorso 7 anni vagando nello Spazio.
Il booster è stato originariamente lanciato dalla Florida nel 2015 con a bordo il Deep Space Climate Observatory della NOAA, ma, successivamente, il secondo stadio del razzo è andato alla deriva, ed ora è partito il conto alla rovescia per l’impatto sul nostro satellite.

L’osservatorio DSCOVR sullo stadio superiore del razzo Falcon 9, lanciato nel 2015. Credit: SpaceX

L’oggetto che colliderà con la Luna il prossimo 4 marzo è il secondo stadio di un razzo Falcon 9, lanciato l’11 febbraio 2015 per portare in orbita il satellite Deep Space Climate Observatory a circa 1.500.000 km dalla Terra. Dopo l’immissione in orbita del satellite da parte del secondo stadio del razzo (il primo stadio è ritornato sulla Terra subito dopo il lancio), è rimasto ad orbitare attorno alla Terra diventando uno space debris ossia spazzatura spaziale. Negli anni l’orbita è cambiata in continuazione per effetto della gravità lunare e solare e a un certo punto sulla sua traiettoria questo pezzo di razzo si troverà davanti la Luna su cui si schianterà alla velocità di 2,58 km/s,” ha spiegato ai microfoni di MeteoWeb Albino Carbognani, ricercatore dell’INAF-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna.
L’esperto ha ricordato che il secondo stadio del Falcon 9 “ha una massa di circa 3000 kg, una lunghezza di 15 metri e un diametro di 3 metri“, ed ha evidenziato che la velocità con cui colpirà il nostro satellite, 2,58 km/s, è “un valore modesto se si pensa che i piccoli asteroidi che colpiscono la Terra hanno una velocità d’impatto minima di 11 km/s oppure che la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), orbita attorno alla Terra a circa 8 km/s“.
Il ricercatore ha confermato che si tratta della prima volta che un detrito raggiunge involontariamente la Luna, in quanto è accaduto più volte in passato che ciò si verificasse in modo programmato: “Le prime missioni lunari lanciate dagli Stati Uniti, quelle della serie Ranger, prevedevano lo schianto della sonda sulla superficie lunare. La prima sonda a schiantarsi dopo qualche tentativo fallito fu la Ranger 4, lanciata il 23 aprile 1962“.

Credit JAXA/NHK

Più in dettaglio, “l’impatto è previsto per le 13:26 ora italiana del 4 marzo 2022 in prossimità del cratere lunare Hertzsprung, una vecchissima struttura da impatto di circa 540 km di diametro. Nell’impatto con la superficie si formerà un piccolo cratere semplice di circa 20 metri di diametro“.
Poiché, però, la collisione avverrà nel lato nascosto del satellite, gli effetti, ha confermato il ricercatore, “non saranno osservabili dalla Terra. Solo una sonda in orbita attorno alla Luna potrebbe documentare la collisione“. A livello scientifico “non ci saranno ricadute perché per il calcolo dell’orbita si applicano tecniche ben collaudate e l’impatto non sarà direttamente osservabile“: “Alla stazione astronomica di Loiano (gestita dall’INAF-OAS), dove è attivo un programma di Space Surveillance and Tracking nell’ambito del consorzio europeo EUSST, c’è in programma di osservare questo space debris con il telescopio “Cassini” nella prima serata del 7 e 8 febbraio per caratterizzarne meglio l’orbita prima della collisione. Le osservazioni del 7 e 8 febbraio sono importanti perché dopo il perigeo il razzo sarà visibile solo nel periodo diurno, quando non è più possibile usare il telescopio. Non mi aspetto che le previsioni sull’impatto cambino in modo sostanziale“.
In riferimento ad eventuali conseguenze, Carbognani ha evidenziato che non ve ne sarà nessuna, in quanto “si tratta di un impatto modesto. La Luna nella sua lunga storia ha visto ben di peggio: ad esempio i mari lunari sono la conseguenza di impatti catastrofici avvenuti circa 3,8 miliardi di anni fa“.

Infine, in considerazione dell’evento del 4 marzo e rivolgendo lo sguardo alle future missioni verso il satellite, il ricercatore INAF ha concluso: “Una lezione per il futuro c’è: se si vogliono costruire basi lunari permanenti bisognerà fare attenzione affinché la spazzatura spaziale non costituisca un rischio ulteriore che vada a sommarsi a quelli già naturalmente presenti sulla superficie lunare, come la caduta di piccoli meteoroidi di origine cometaria e asteroidale“.

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