Un’onda d’urto interplanetaria ha colpito la Terra: nessuno l’aveva prevista, un assaggio prima dei “fuochi d’artificio” di San Valentino

Un'onda d'urto interplanetaria ha colpito il campo magnetico terrestre generando tempeste geomagnetiche G1, attese anche il 14 febbraio
MeteoWeb

Secondo i previsori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) sono possibili tempeste geomagnetiche classe G1 (di livello debole, su una scala che va da 1 a 5, ma comunque in grado di interferire nelle comunicazioni radio) il 13 febbraio e, in particolare, 14 febbraio, quando è previsto l’impatto di una nube di particelle cariche con il campo magnetico terrestre.
Il materiale viaggia a una velocità superiore a 500 km/s, ed è stato emesso da un buco coronale nell’atmosfera solare.

buco coronale
Credit: Atmospheric Imaging Assembly (AIA) for the Solar Dynamics Observatory (SDO)

L’impatto previsto dalla NOAA è stato preceduto da un impatto non previsto: un’onda d’urto interplanetaria inaspettata ha colpito il campo magnetico terrestre ieri, 11 febbraio.

onda d'urto interplanetaria

L’evento ha innescato una tempesta geomagnetica classe G1 e alcune aurore molto colorate all’interno del Circolo Polare Artico. Ecco uno scatto del fotografo Rayann Elzein:

Credit Rayann Elzein

L’onda d’urto è stata lieve: potrebbe essere stata una debole espulsione di massa coronale (CME) sfuggita alle rilevazioni quando ha lasciato il Sole alcuni giorni fa. Ciò accadrà sempre più spesso con l’intensificarsi del ciclo solare 25: il Sole sta emettendo CME, scagliandole in tutte le direzioni, e alcune inevitabilmente possono sfuggire nelle previsioni.

Cos’è un buco coronale

Un buco coronale è un’area nell’atmosfera del Sole dove il campo magnetico arretra e consente ai gas di sfuggire: si tratta di un vero e proprio “squarcio” che appare sulla superficie della nostra stella in media una o due volte al mese.
Sono regioni che appaiono più scure perché emettono meno radiazioni X e ultraviolette e si tratta in genere di fenomeni estesi e di lunga durata: sono in grado di produrre raffiche veloci di vento solare che, se raggiungono la Terra, possono innescare aurore polari, tempeste geomagnetiche e interferenze nelle comunicazioni radio.

Cos’è un’espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.

Cos’è una tempesta geomagnetica

Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.

Il massimo solare del Ciclo Solare 25

Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.

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