“Sul fronte sanitario i profughi o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi”. Sono le parole pronunciate dal Premier Mario Draghi nel corso del question time alla Camera sulla questione ucraini in Italia.
“Accoglienza, fratellanza, solidarietà sono dimostrate da questi fatti. Devo anche aggiungere che secondo me, come diceva anche lei, molto di più sarà necessario, perché la reazione non è una reazione di giorni, non è una reazione forse di mesi, forse è una cosa ben più lunga. Sul fronte sanitario, tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore oppure accettano di vaccinarsi”, ha affermato Draghi. “Le mascherine sono distribuite sistematicamente nei posti dove queste vaccinazioni avvengono. La Protezione Civile e gli enti territoriali sono impegnati a fornire assistenza sanitaria e ad accogliere i cittadini ucraini con particolari esigenze sanitarie, presenti in Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia. Il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato la Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario che, nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile, provvederà alla ricognizione dei posti letto disponibili e all’organizzazione del trasferimento dei pazienti”, ha detto ancora.
“Inoltre, i cittadini ucraini ospitati nei centri di prima accoglienza dispongono di servizi di assistenza sanitaria, sociale e psicologica, orientamento legale, orientamento al territorio e corsi di lingua italiana. Nei centri della rete del Sistema di Accoglienza e Integrazione sono previsti anche servizi finalizzati all’integrazione, quali la formazione e la riqualificazione professionale, nonché l’accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo e sociale“, ha concluso Draghi.