Gli eventi estremi stanno diventando sempre più frequenti e violenti a causa del cambiamento climatico, mentre aumenta la percentuale di popolazione esposta sempre più a molteplici rischi.
La Giornata mondiale della meteorologia, che ricorre il 23 marzo, sarà incentrata sul tema “Early Warning and Early Action” e metterà in luce “l’importanza vitale delle informazioni idrometeorologiche e climatiche per la riduzione del rischio di catastrofi“: è quanto afferma l’Organizzazione Meteorologica Mondiale sottolineando che “una persona su tre non è ancora adeguatamente coperta dai sistemi di allerta precoce e troppo spesso gli avvertimenti non arrivano a chi ne ha più bisogno“.
Un rapporto dell’Organizzazione ha mostrato che il numero di disastri negli ultimi 50 anni è quintuplicato. Tra il 1970 e il 2019 ci sono stati oltre 11mila disastri legati a condizioni meteo, climatiche e legate all’acqua, quasi un disastro al giorno. Ci sono stati 2 milioni di morti, 115 al giorno. Tuttavia il numero di vittime è diminuito drasticamente, quasi tre volte, grazie a migliori previsioni meteo e a una pianificazione più coordinata della gestione dei disastri.
“Il cambiamento climatico è già molto visibile attraverso condizioni meteo estreme in tutte le parti del mondo. Stiamo assistendo a ondate di caldo più intense, siccità e incendi boschivi. Abbiamo più vapore acqueo nell’atmosfera, il che porta a precipitazioni estreme e inondazioni mortali. Il riscaldamento dell’oceano alimenta tempeste tropicali più potenti e l’innalzamento del livello del mare ne aumenta gli impatti,” ha spiegato Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. “Ci aspettiamo che questo trend negativo continui. I sistemi di allerta precoce sono una misura di adattamento collaudata ed efficace, che salva vite e mezzi di sussistenza“.