Si prevede che un’espulsione di massa coronale (CME) colpirà il campo magnetico terrestre nelle ultime ore del 13 marzo, con effetti attesi in particolare il 14 e 15 marzo.
L’impatto potrebbe innescare una tempesta geomagnetica di classe G2 (ovvero moderata, in una scala di 5 livelli), secondo lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Durante tali tempeste, le aurore possono spingersi fino agli Stati USA settentrionali, dal Maine a Washington.
Un modello della CME della NASA individua l’orario di arrivo intorno alle 19 ora italiana del 13 marzo. In questa animazione, il punto giallo è la Terra:
La CME colpirà Venere meno di un giorno prima di raggiungere la Terra: sul “gemello” del nostro pianeta non provocherà una tempesta geomagnetica, perché non ha un campo magnetico globale generato internamente. L’impatto eroderà una piccola quantità di atmosfera dalle nubi non protette di Venere.
I coronagrafi a bordo del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) hanno registrato la nube di particelle mentre lasciava il Sole (l’oggetto luminoso in basso è Giove):
La CME è il risultato di un brillamento solare di classe C2 di lunga durata avvenuto vicino alla macchia solare AR2962. Normalmente, i flare di classe C non sono considerati forti: tuttavia, questo è durato quasi 12 ore, consentendogli di immettere molta energia nella CME.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.