Nei giorni scorsi, la giornalista Martina Pastorelli ha intervistato Jay Bhattacharya, Professore di Medicina presso l’Università di Stanford, tra gli autori della Dichiarazione di Great Barrington, un documento redatto presso l’Istituto Americano di Ricerca Economica di Great Barrington, nello stato del Massachusetts negli Stati Uniti, in cui viene consigliato un approccio alla pandemia di Covid basato sulla protezione di persone vulnerabili, anziani e malati, lasciando vivere normalmente la loro vita ai giovani e a coloro che hanno un più basso rischio di morte, fino a raggiungere l’immunità di gregge.
Nell’intervista (vedi video in fondo all’articolo), Bhattacharya parla del Green Pass, sottolineando come non sia uno strumento utile a fermare la diffusione del contagio e di conseguenza sia solo uno strumento di discriminazione. “È chiaro che i vaccini che sono ampiamenti utilizzati in Italia e altrove non fermano la trasmissione della malattia. Anche in una società largamente vaccinata, si registra una diffusione del contagio. I vaccini proteggono dalla malattia grave, ne riducono la severità. Questo significa che i vaccini funzionano a livello di protezione personale, proteggono la persona vaccinata dalla malattia grave. Ma non funzionano come protezione pubblica”, afferma il Prof. Bhattacharya.
“L’idea del Green Pass è fornire questo tipo di protezione pubblica ma il problema è che i vaccini sono lo strumento sbagliato per questo scopo. Dal momento che non fermano la diffusione della malattia. Questo significa che nei luoghi frequentabili solo con Green Pass, rimane un alto rischio di diffusione della malattia. Quindi il Green Pass è una misura senza senso per la salute pubblica”, evidenzia Bhattacharya, che aggiunge: “da un punto di vista sociale, è incredibilmente discriminatorio, è segregazione medica”. “Nelle democrazie liberali occidentali, abbiamo faticato molto per rimuovere la segregazione e la discriminazione. Eppure così tanti Paesi – Italia inclusa – le hanno prontamente abbracciate. Penso che sia un grande male”, ha detto l’esperto.
“È anche molto coercitivo forzare le persone a vaccinarsi, rendere la loro vita così impossibile in modo che decidano di vaccinarsi. Questo tipo di coercizione viola un principio etico basilare della medicina: il principio del consenso informato. Quindi il Green Pass viola il consenso informato, discrimina e non serve alla salute pubblica”, conclude Jay Bhattacharya.