Di fronte a un’impennata di proteste in Corsica, molto violente negli ultimi giorni, il Presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di aprire la strada a una rivendicazione storica dei nazionalisti moderati, l’autonomia dell’isola, una richiesta che finora era sempre stata respinta dai governi francesi. Le proteste sull’isola sono scoppiate dopo il grave ferimento in carcere dell’indipendentista Yvan Colonna.
I contorni della trattativa sono tutti da precisare, ma se il dialogo andasse avanti, allo stato francese rimarrebbero le competenze in alcuni settori come polizia, giustizia, esercito. All’esecutivo locale, spetterebbe liberamente la possibilita’ di decidere e stabilire leggi e regolamenti in materia di economia, sociale e sanita’.
Quella dell’autonomia è una possibilita’ che finora era stata esclusa da tutti i governi francesi, compresi quelli degli ultimi anni, con Macron Presidente. Il capo dello stato, in visita a Bastia nel febbraio 2018, aveva spiegato di non voler creare un nuovo statuto per l’isola, limitandosi a promettere di menzionare la Corsica nella Costituzione. Dopo due settimane di violenze e proteste crescenti per l’aggressione a Colonna, Macron ha cambiato parere. Colonna, accusato dell’omicidio del prefetto Claude Erignac nel 1998, scontava l’ergastolo nel carcere di Arles, nel sud della Francia. Numerose sue richieste di riavvicinamento in un penitenziario dell’isola erano state respinte. Per motivi ancora da chiarire, un detenuto di convinzioni jihadiste, lo ha aggredito e ferito gravemente il 2 marzo, durante la passeggiata dei detenuti. Da allora, Colonna e’ ricoverato in ospedale fra la vita e la morte.
La popolazione in Corsica è così scesa in piazza, accusando Parigi di essere responsabile del tentativo di omicidio del simbolo del movimento indipendentista. A Calvi, in centinaia si sono riuniti nei pressi della sottoprefettura, lanciando diverse molotov sull’istituto, mentre ad Ajaccio un gruppo di manifestanti ha cercato di entrare nel Palazzo di Giustizia, provocando un incendio al suo interno. Domenica 13 marzo, la protesta a Bastia è sfociata in “guerriglia urbana”, con tanto di lancio di molotov verso la prefettura e un bilancio di 67 feriti, tra cui 44 agenti delle forze dell’ordine.
Ieri, mercoledì 16 marzo, il Ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, è arrivato in Corsica con il mandato di negoziare sulle richieste di autonomia. Il quadro generale nel quale Darmanin compie la sua visita e’ quella dell’obiettivo di riportare la calma nell’isola dopo i disordini. “Siamo pronti ad arrivare fino all’autonomia. Ecco, ho detto la parola“, ha annunciato il Ministro in un’intervista a Corse Matin. Nei particolari “dovremo discuterne, vedere quale calendario si puo’ stilare – ha aggiunto in un’intervista a Bfm Tv – le discussioni saranno per forza lunghe, difficili. Il futuro dei corsi e’ in pieno nella Repubblica francese”. Darmanin ha promesso “una serie di negoziati senza precedenti”.
A poco più di 3 settimane dalle elezioni presidenziali, l’apertura all’autonomia della Corsica ha dato al Presidente-candidato Emmanuel Macron una valanga di critiche da parte dei principali rivali al voto, che lo accusano di “cedere alla violenza” e di “clientelismo cinico”. A far scoppiare la bufera sul Macron sono state le parole di Darmanin, che ha poi precisato come “fino all’autonomia voglia dire che ci sono altre tappe possibili“.