Da Iron Man a James Bond, le tute jet sono elementi principali in molti film di successo. Ora, i paramedici di Lake District, regione nel nord-ovest dell’Inghilterra, si stanno rivolgendo a questa tecnologia futuristica nella speranza di raggiungere più rapidamente e facilmente gli escursionisti bloccati in aree remote.
La tuta volante, sviluppata dall’inventore Richard Browning di Gravity Industries, è attualmente testata da alcuni coraggiosi paramedici del Great North Air Ambulance Service (GNAAS), tra cui Andy Mawson. Mawson, che è direttore delle operazioni presso GNAAS, ha descritto la formazione come “snervante“. Sebbene la tempistica del progetto non sia ancora chiara, Mawson afferma che prevede di utilizzare la tecnologia già nell’estate del 2022.
Parlando alla BBC, Mawson ha descritto l’addestramento “un po’ come andare in bicicletta senza rotelle per la prima volta”. “C’è ancora molto da sistemare. La sicurezza è fondamentale e io e gli altri paramedici dobbiamo essere sicuri di essere in grado. Forse in estate potremmo fare il primo volo verso qualcuno in difficoltà”, ha aggiunto.
La tuta jet si basa su cinque mini motori a reazione, due integrati in unità collegate a ciascuna mano e uno integrato in uno zaino. Può raggiungere velocità impressionanti fino a 135km/h, con un tempo di volo totale fino a 10 minuti. “Quello che stiamo davvero migliorando qui con questa attrezzatura, è il tempo in cui portiamo un paramedico altamente qualificato al fianco del paziente, non portando il paziente in ospedale“, ha spiegato il GNAAS.
GNAAS, che lavora a stretto contatto con le squadre di soccorso alpino, ritiene che ci sia un grande vantaggio nel Lake District in quanto la tuta jet può essere utilizzata in condizioni sfavorevoli, come scarsa visibilità e vento forte, che rappresenterebbero dei problemi per un elicottero. Le tute si sono dimostrate efficaci con venti di 55km/h e, secondo i dati GNAAS, potrebbero essere utilizzate su 15-20 casi medici a settimana. I paramedici dovranno volare con un kit medico da 10 a 15kg, incluso un defibrillatore e dispositivi di monitoraggio del paziente che sono fissati in tasche sulle gambe e sul petto del pilota (vedi foto della gallery scorrevole in alto).
Nel 2020, la tuta jet è stata messa alla prova a Langdale Pike, dove Browning ha volato su terreni difficili ad altezze fino a 6 metri alla ricerca di un gruppo di escursionisti. Come parte del test, Browning è stato in grado di raggiungere la vetta a 950 metri della montagna Helvellyn in meno di otto minuti (un paramedico a piedi impiegherebbe almeno un’ora). Browning ha dichiarato: “la tuta jet produce fino a 144kg di spinta; il rapporto spinta/peso risulta essere maggiore di qualsiasi altro jet da combattimento di cui siamo a conoscenza”.
Parlando l’anno scorso, Mawson ha dichiarato: “la tuta stessa è un modo molto conveniente per portare potenzialmente un paramedico in cima alla montagna per fornire assistenza immediata a qualcuno che potrebbe avere una caviglia rotta o un braccio rotto“. Ha aggiunto che è entusiasta di iniziare a usare le tute jet e spera che porteranno un po’ di gioia agli escursionisti bloccati.
La scorsa settimana, GNAAS ha annunciato di aver stretto una partnership con l’azienda di energia rinnovabile Ørsted. Mawson ha dichiarato: “pensiamo che il paramedico in tuta jet accelererà la risposta ad alcuni pazienti difficili da raggiungere nel Lake District e ci consentirà di raggiungere più pazienti. Ma per saperlo con certezza, la stiamo mettendo alla prova. Le prove più recenti nella zona, svoltesi all’inizio del mese, sono state un grande successo e hanno mostrato quanto lontano e quanto velocemente la tuta jet possa raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Grazie a Ørsted, questo incredibile sogno potrebbe diventare realtà”.
“La nostra spinta per creare la tuta è nata dal voler sfidare ciò che sembrava impossibile“, ha detto Browning.