Un’espulsione di massa coronale (CME), prodotta da un brillamento classe M1, si sta dirigendo verso la Terra.
Sono attese tempeste geomagnetiche classe G1 (di livello debole, su una scala che va da 1 a 5, ma comunque in grado di interferire nelle comunicazioni radio) all’arrivo della nube di particelle cariche, tra oggi e domani, 27 e 28 marzo.
L’esplosione ha anche inviato un’onda d’urto che ha determinato una sorta di “increspatura” nell’atmosfera del Sole, ovvero uno “tsunami solare“.
I coronagrafi a bordo del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) della NASA hanno catturato il momento in cui la CME ha lasciato il Sole il 25 marzo:
La CME è debole, ma si sta muovendo velocemente (959 km/s) esattamente all’interno della zona di impatto terrestre. Potrebbe sferrare un duro colpo al campo magnetico del nostro pianeta nonostante la bassa luminosità nelle immagini del coronografo.
Gli analisti della NASA hanno realizzato un modello della traiettoria del CME. Il punto giallo è la Terra:
Se il modello della NASA è corretto, la CME mancherà Venere il 27 marzo prima di colpire la Terra intorno alla mezzanotte UTC del 28 marzo.
Le condizioni potrebbero essere propizie per ammirare aurore anche negli Stati settentrionali degli USA, dal Maine a Washington.
Si tratta di un buon periodo dell’anno per gli osservatori di aurore. Durante le settimane intorno agli equinozi, si formano delle “crepe” nel campo magnetico terrestre, che consentono al vento solare di entrare. Anche un debole impatto di CME può determinare una buona osservabilità alle alte latitudini. Gli scienziati lo chiamano “effetto Russell-McPherron”.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.
Il massimo solare del Ciclo Solare 25
Il Sole si sta avvicinando a un periodo noto come massimo solare, la parte più attiva del suo ciclo di 11 anni. Durante il massimo, il campo magnetico del Sole, che genera le espulsioni di massa coronale e altre condizioni meteorologiche solari, è al suo massimo, provocando tempeste sempre più forti.
Si prevede che l’attività solare aumenterà gradualmente fino a luglio 2025, a quel punto rallenterà e si avvicinerà a un nuovo minimo solare, secondo la NASA.