Continua inesorabile il processo di esaurimento delle portate di Po che ha determinato in tutte le stazioni l’attestarsi di valori ben inferiori alla “Portata caratteristica di magra” e al di sotto della soglia di emergenza. Lo segnala l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po nel suo bollettino sullo stato idrologico del fiume aggiornato al 29 marzo 2022, che riportiamo di seguito. Si guarda con speranza alle previsioni meteo che annunciano pioggia per i prossimi giorni, anche se non saranno tali da migliorare significativamente la situazione.
La situazione di estrema siccità che era localizzata inizialmente nella sola stazione di Piacenza, ad oggi con una portata ridotta di -73% di soli 291 m3/s, è traslata fino alla sezione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro, dove si misura la quantità record in negativo di soli 491 m3/s, prima volta dal 1972 nel periodo invernale. I torrenti appenninici minori sono in secca ma anche i rimanenti affluenti hanno portate ridotte del -80%.
PRECIPITAZIONI: i modelli confermano che dalla giornata di mercoledì fino a domenica ci saranno precipitazioni superiori ai 10ml, tuttavia la distribuzione delle precipitazioni e la loro intensità sarà legata alla posizione del vortice di bassa pressione che si formerà in seguito all’arrivo dell’aria fredda sul Mediterraneo. Dovrebbe beneficiarne maggiormente la zona terminale del bacino, parte emiliano romagnola (la zona di Ferrara presenta il più importante deficit in termini di precipitazioni dell’Emilia – 98% nell’ultimo mese e – 50% da inizio anno) ma solo lambendo la parte di testata del bacino (Piemonte) che nel mese di marzo ha visto un deficit generalizzato oltre l’80%. La serie di dati del semestre ottobre 2021 – marzo 2022 mostrano una precipitazione cumulata inferiore alla minima del periodo di riferimento, il sesto periodo più secco di sempre. Il dato tuttavia non potrà che peggiorare viste la scarsa probabilità che si verifichino precipitazioni consistenti nelle prossime settimane.
TEMPERATURE: Il mese di marzo ha visto attenuarsi l’anomalia positiva delle temperature registrata nei mesi precedenti a causa delle minime mattutine molto rigide, spesso al di sotto dello zero che hanno causato gelate mattutine, con forte escursione termica nel corso della giornata anche oltre i 15 gradi. Questo ha permesso il mantenimento dello scarso manto nevoso, che potrà così fondersi nei prossimi giorni, quando le temperature torneranno su valori medi. Il naturale aumento delle temperature, con punte di oltre 20 gradi negli ultimi giorni, farà incrementare l’effetto dell’evapotraspirazione.
NEVE: le basse temperature hanno conservato il rimanente manto nevoso su tutto l’arco Alpino e il poco rimasto in Appennino. In termini di accumulo nevoso si registra il minimo degli ultimi 20 anni e il dato non potrà che peggiorare viste la scarsa probabilità che si verifichino precipitazioni nevose consistenti nelle prossime settimane. In rosso la media degli ultimi 20 anni, in nero la disponibilità attuale di manto nevoso equivalente SWE (snow water equivalent).
LAGHI E SERBATOI: La situazione è caratterizzata da afflussi minimi e dalle conseguente parzializzazioni dei rilasci con il lago Maggiore di poco superiore allo zero idrometrico (+6,4 cm all’idrometro di Sesto Calende) con un riempimento al 30%. Disponibilità ai minimi anche nel lago di Como e il lago d’Iseo, con valori al di sotto dello zero idrometrico, rispettivamente -31cm e -21cm, ed una riserva d’acqua disponibile prossime al 5%.
Analoga situazione nei bacini montani, seppur con differenziazioni più marcate rispetto la posizione, la riserva dall’inizio dell’anno è in diminuzione con un riempimento attuale sceso al 36%.
FALDE e SORGENTI: i livelli bassi di fiumi e torrenti potrebbero generare un ricorso maggiore all’utilizzo dell’acqua di falda anche per l’irrigazione. Ad oggi si registrano criticità a livello locale diffuse in particolare nella parte piemontesi. Situazione di criticità anche per le sorgenti per il settore dell’idropotabile.
CUNEO SALINO: L’avanzamento del cuneo salino ha superato i 12km di intrusione dalla costa, principalmente nel ramo di Pila e Goro, valore tipico del periodo estivo.
CONCLUSIONI: lo stress idrico dovuto alla scarsità d’acqua sta riducendo il potenziale di resa non solo delle colture invernali, ormai giunte a termine, ma anche della produzione idroelettrica che si attesta a volari minimi degli ultimi 20 anni. Iniziano le prime sofferenze dell’idropotabile, sono già 21 i comuni piemontesi dove si è fatto ricorso alle autobotti per sopperire alla carenza delle captazioni. La pioggia è urgente per evitare di ridurre ulteriormente il potenziale di resa e per consentire buone condizioni di semina primaverili. Il clima più freddo del solito dal 20 febbraio ha contribuito a ridurre l’evapotraspirazione, ma non appena le temperature aumenteranno, l’impatto dello stress idrico diventerà evidente, sia per le colture sia per l’habitat, già provato dalla carenza di acqua soprattutto nei tributari, dove si registrano sofferenze della fauna ittica. La disponibilità di risorsa idrica attuale per l’irrigazione sarà inferiore al normale, in quanto il fiume Po ed i suoi principali affluenti sono già a livelli molto bassi e si prevede un limitato ricarico dallo scioglimento delle nevi e dalle future precipitazioni. L’irrigazione inizierà prima del solito e con quantitativi richiesti maggiori a causa dello scarso tenore d’acqua nei suoli, con possibili effetti negativi sulle superficie coltivate che dovranno ottimizzare il ricorso all’irrigazione con turnazioni e dove possibile ritardare la semina. Il picco della domanda d’acqua è atteso, come di consueto, a maggio a causa della sovrapposizione della domanda da parte delle principali colture impiantate nel distretto.